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Storia normativa sicurezza – 10 Organizzazione internazionale e UN

10. L’organizzazione internazionale del lavoro e le Convenzioni sulla tutela della salute e sicurezza delle Nazioni Unite.

I negoziatori del trattato di pace che mise fine alla guerra 1914-1918 decisero di fondare,  allo stesso tempo della Società delle nazioni chiamata a prevenire i rischi di nuovi conflitti, un’organizzazione permanente per la protezione ed il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.

Nacque così, nel 1919, l’Organizzazione internazionale del lavoro.

La parte del trattato di Versailles, che sarebbe diventata la Carta costituzionale dell’Organizzazione dichiarava che era urgente migliorare le condizioni del lavoro e sottolineava che “la non adozione da parte di una nazione qualunque di un regime di lavoro realmente umano ostacolava gli sforzi delle altre nazioni desiderose di migliorare le condizioni dei lavoratori nei loro propri paesi”.

Il trattato precisava che era particolarmente importante che “ciascuno Stato organizzasse un servizio d’ispezione al fine d’assicurare l’applicazione delle leggi e dei regolamenti per la protezione dei lavoratori“.

Innovazione fondamentale: l’OIL Organizzazione internazionale del lavoro (ILO in inglese ndr) era tripartita.  Era la prima istituzione internazionale dove lavoratori, datori di lavoro e governi erano riuniti per esaminare su un piano di eguaglianza, sul palcoscenico mondiale, le questioni afferenti il lavoro dell’uomo.

È principalmente attraverso le norme internazionali del lavoro, le convenzioni e le raccomandazioni, che il BIT (Bureau international du travail) avente sede a Ginevra, contribuisce a promuovere il progresso sociale. Le convenzioni sono gli accordi internazionali che fissano degli obiettivi alle politiche nazionali o stabiliscono le norme di lavoro. Gli Stati membri devono sottometterle alle autorità nazionali competenti (cioè all’organo legislativo) in vista della loro ratifica. Le obbligazioni nascono dalle convenzioni che essi hanno ratificato. Le raccomandazioni precisano generalmente le modalità attraverso le quali gli obiettivi stabiliti dalle convenzioni possono essere conseguiti.

In maniera generale le norme internazionali del lavoro hanno contribuito a far riconoscere a livello mondiale l’importanza dei diritti economici e sociali dell’uomo lavoratore. Nel loro settore specifico esse hanno determinato sensibilmente il miglioramento delle condizioni di lavoro ed il progresso della legislazione
sociale.

Dalla prima sessione, tenuta ad Washington nel 1919, la Conferenza internazionale del lavoro ha adottato diverse convenzioni e raccomandazioni che mirano a eliminare gli abusi più eclatanti in materia di condizioni di lavoro ed a prevenire determinati rischi professionali. Queste convenzioni e raccomandazioni disciplinano la durata del lavoro giornaliero e settimanale, l’età minima d’ammissione all’impiego, la regolamentazione del lavoro notturno delle donne e dei minori nell’industria, la protezione delle lavoratrici madri, la protezione dei lavoratori contro il carbonchio, contro il saturnismo, contro i rischi derivanti dall’impiego del fosforo bianco nella fabbricazione dei fiammiferi, come pure tutelano i lavoratori e la popolazione dai grandi rischi industriali.

Sin dalla sua prima sessione la Conferenza ha mostrato l’importanza da essa attribuita all’ispezione del lavoro. Nella raccomandazione n. 5 sull’ispezione del lavoro (servizi d’igiene) la Conferenza augurava che tutti gli Stati membri fossero dotati, al più presto possibile, di un sistema atto ad assicurare un’ispezione efficace delle fabbriche e delle aziende, attraverso un servizio incaricato segnatamente di salvaguardare la salute dei lavoratori.

Quattro anni più tardi, nel 1923, la Conferenza adottava la raccomandazione (n. 20) sull’ispezione del lavoro, che enuncia i principi generali dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi d’ispezione a livello nazionale. La norma, definito l’oggetto dell’ispezione, descrive le funzioni dell’Organo, le sue potestà e le sue regole organizzative (organizzazione del personale, qualificazione degli ispettori, metodologia ispettiva, cooperazione con l’imprenditore ed i lavoratori, indicando i rapporti che essa dovrebbe instaurare con le parti sociali).

Nel 1947 la Conferenza adottava la convenzione (n. 81) sull’ispezione del lavoro, applicabile all’industria e al commercio, e la relativa raccomandazione (n. 81). Nel 1969, la Conferenza adottava la convenzione (n. 129) e la relativa raccomandazione (n. 133) sull’ispezione del lavoro in agricoltura.

La convenzione n. 81 è, a giusto titolo, considerata come la convenzione di base sull’ispezione del lavoro. Essa è servita, infatti, come modello per la maggior parte delle legislazioni nazionali per creare dei moderni servizi d’ispezione; alle sue dipendenze hanno dovuto progressivamente conformarsi quei paesi, come l’Italia, che hanno da tempo ratificato la convenzione.

La convenzione n. 81 rappresenta per l’organizzazione internazionale del lavoro la regola per gli Stati membri in materia d’ispezione del lavoro nell’industria e nel commercio. La convenzione n. 129 e la raccomandazione n. 133 completano il sistema per l’agricoltura. La convenzione n. 81 comprende due parti: la prima è dedicata all’industria, considerata evidentemente come il settore prioritario in ragione dei rischi più elevati che essa presenta; la seconda riguarda il commercio per il quale prescrive disposizioni similari. Tutte le disposizioni sono importanti: da una parte per i lavoratori, principali diretti interessati, dall’altra per i governi chiamati ad attuarla attraverso amministrazioni all’uopo attrezzate, e per gli ispettori del lavoro, poiché la convenzione ne definisce la loro funzione, i loro poteri ed i loro obblighi.

Vedremo in seguito, per grandi linee, le disposizioni più salienti in riferimento al sistema ispettivo nazionale.

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