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Inabilità al lavoro, rischi meccanici e psicosociali, su Eurofound studio norvegese

DUBLINO – Pubblicati da Ewco (Eurofound), Osservatorio europeo sulle condizioni di lavoro, i risultati di uno studio condotto in Norvegia dalla Statistics Norway, sui rischi meccanici e sui rischi psicosociali correlati al lavoro che contribuiscono all’inabilità lavorativa nella popolazione norvegese (Work-related psychosocial and mechanical risk factors for work disability: A three-year follow-up study of the general working population in Norway).

Secondo i dati pubblicati dalla ricerca, il lavoro monotono, il lavoro che costringe a lunghi periodi in piedi, la ripetuta flessione del collo e l’esposizione a vibrazioni del corpo intero possono rappresentare cause importanti di inabilità al lavoro.

In Norvegia il 45% della popolazione lavorativa è esposta a questi fattori di rischio e il 10%. è in prestazioni di invalidità, quota superiore alla media europea del 6% (dati Ocse).

La ricerca è stata condotta con un campione di 12.550 intervistati di età compresa tra i 18 e i 66 anni impiegati stabilmente in un lavoro retribuito per almeno 10 ore settimanali. Le interviste sono state ripetute dopo tre anni.

176 (il 2,6% degli intervistati) gli individui che dopo tre anni sono risultati inabili al lavoro.

Cinque i fattori psicosociali legati al lavoro e otto le esposizioni meccaniche correlabili all’inabilità al lavoro. Tra questi, il lavoro monotono e bassi livelli di supporto da parte della leadership.

Tra i rischi meccanici cause più diffuse sono l’esposizione a vibrazioni sul corpo intero, l’esecuzione continuata di pesante lavoro fisico, l’esposizione a posture incongrue che determinano flessione del collo e lo svolgimento di mansioni che obbligano ad una prolungata stazione eretta.

Tassi di disabilità sono risultati più elevati tra le donne, nei lavoratori più anziani, per quelli con un minor numero di anni di istruzione e quelli con livelli più elevati di stress psicologico e disturbi muscoloscheletrici.

Lo studio ha infatti mostrato che il tasso di inabilità aumenta con l’età ed è più alto tra le donne (3,4 %) rispetto agli uomini (1,9 %), tra i lavoratori con livelli più bassi di istruzione rispetto a quelli con istruzione universitaria (0,6 %).

Per approfondire: risk factors for work disability.

DUBLINO – Pubblicato nel sito dell’EWCO, Osservatorio Europeo sulle Condizioni di Lavoro, i risultati di uno studio condotto dalla Statistics Norway, sui rischi meccanici e sui rischi psicosociali lavoro correlati che contribuiscono al inabilità lavorativa nella popolazione norvegese (“Work-related psychosocial and mechanical risk factors for work disability: A three-year follow-up study of the general working population in Norway”).

Obiettivo dello studio era anche definire l’impatto di questi rischi in gruppi di lavoratori diversi per età, genere, e livello d’istruzione.

Lo studio fornisce la prova che il lavoro monotono , il lavoro che costringe a lunghi periodi in piedi, la ripetuta flessione del collo e l’esposizione a vibrazioni del corpo intero sembrano essere i predittori più consistenti e importanti di inabilità al lavoro.
In Norvegia il 45% della popolazione lavorativa è esposta a questi fattori di rischio e il 10%. è in prestazioni di invalidità, quota superiore alla media europea del 6% (dati OCSE)


Tassi di disabilità
sono risultati più elevati tra le donne, nei lavoratori più anziani, per quelli con un minor numero di anni di istruzione e quelli con livelli più elevati di stress psicologico e disturbi muscoloscheletrici.

La ricerca è stata condotta con un campione di 12.550 intervistati di età compresa tra i 18 e i 66 anni impiegati stabilmente in un lavoro retribuito per almeno 10 ore settimanali. Le interviste sono state ripetute dopo tre anni per poter effettuare uno studio di follow-up.

176 (il 2,6% degli intervistati) gli individui che dopo tre anni sono risultati inabili al lavoro.

Cinque i fattori psicosociali legati al lavoro e otto le esposizioni meccaniche cui più frequentemente sono risultati esposti i lavoratori.
Tra questi, il lavoro monotono e bassi livelli di supporto da parte della leadership si sono dimostrati essere i principali predittori psicosociali della inabilità al lavoro

Tra i rischi meccanici causa più diffusa all’inabilità al lavoro sono l’esposizione a vibrazioni sul corpo intero, l’esecuzione continuata di pesante lavoro fisico, l’esposizione a posture incongrue che determinano flessione del collo e lo svolgimento di mansioni che obbligano ad una prolungata stazione eretta.

Lo studio ha mostrato che il tasso di inabilità aumenta con l’età ed è più alto tra le donne ( 3,4 % ) rispetto agli uomini (1,9 % ) , tra i lavoratori con livelli più bassi di istruzione (è il 6 % per quelli educati a livello di scuola di base ) rispetto a quelli con istruzione universitaria ( 0,6 % ). Più alto anche nei lavoratori con livelli più elevati di stress psicologico e che soffrono di disturbi muscoloscheletrici.

Per approfondire: Risk factors for work disability

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