Richiedi un preventivo gratuito

Pubblicato dall’Eu-Osha una ricerca sui metodi di rilevazione dei rischi per i lavoratori autonomi

ROMA – Il nuovo  studio di Eu-Osha si pone l’obiettivo di individuare le informazioni più rilevanti riguardo il tema specifico del lavoro autonomo a livello europeo e di individuare dati e metodologie di rilevamento adatte a monitorare e regolamentare la categoria. La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori autonomi rappresenta una importante sfida a livello comunitario, così come riconosciuto dalle strategie comunitarie in materia di SSL per il periodo2007-2012. Obiettivo comunitario è far emergere il numero e la tipologia di quei lavoratori che, in quanto autonomi, sono spesso al di fuori della regolamentazione e tutela della normativa europea. La situazione di mancanza di norme è ancora più grave se si considera che la maggior parte del lavoratori autonomi sono impiegati in  settori ad alto rischio come l’agricoltura, l’edilizia, la pesca e i trasporti. Inoltre il lavoro autonomo è spesso un lavoro poco specializzato, sottopagato che viene svolto in orari prolungati e spesso irregolari.
Le definizioni di lavoro autonomo variano molto a secondo degli stati membri, ma possiamo adottare come definizioni quelle proposte da Pedersini e Coletto che ne identificano cinque categorie principali:

  • gli imprenditori che conducono il loro lavoro con l’aiuto di dipendenti;
  • i tradizionali “liberi professionisti” che per poter svolgere la loro professione devono possedere specifiche competenze accreditate presso albi di categoria; spesso questi lavorano in proprio, o in associazione con altri professionisti o con un minimo numero di dipendenti/assistenti;
  • i lavoratori autonomi che hanno competenze in professioni non ancora riconosciute ufficialmente;
  • i lavoratori autonomi in campi a bassa specializzazione che lavorano in proprio senza dipendenti ma con l’aiuto a volte di familiari.

In media il lavoro autonomo costituisce il 10 % della forza lavoro europea con variazioni che vanno dal 21% di lavoratori autonomi in Grecia al 4% dell’Estonia. Negli ultimi anni, anche se la media nel complesso è rimasta stabile, si è registrato un incremento di lavoratori autonomi nel settore ad alto rischio delle costruzioni.
La normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro in Europa è basata sulla tutela del lavoratore inteso come qualcuno che è in posizione subordinata rispetto al datore di lavoro. Questa cornice esclude i lavoratori autonomi, che devono essere tutelati come categoria parte. Per procedere in un perfezionamento della normativa in questo senso è necessario che siano resi disponibili e largamente confrontabili dati da tutti gli stati membri dell’unione. Nonostante le diverse definizioni di lavoro autonomo a livello delle varie nazioni e la variabilità dei dati che rende difficoltosa la comparazione, è necessario fare uno sforzo per condividere conoscenze e dati in modo da poter intervenire per migliorare la tutela di questi lavoratori.
Questo studio descrive i sistemi di monitoraggio adottati da diverse nazioni e recenti iniziative intraprese da stati membri per migliorarne l’efficacia.

Lo studio sui sitemi di monitoraggio del lavoro autonomo redatto dall’Eu-Osha (in inglese)

Ti potrebbe interessare

Contenuti sponsorizzati
    Condividi questo articolo