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28 febbraio, la scadenza per la relazione annuale “anti-amianto”

Le norme anti-amianto sono state varate nel 1982, ma in una sentenza dello scorso ottobre la Corte di Cassazione ha sottolineato che già un Regio decreto del 1909 faceva riferimento alla pericolosità delle fibre in amianto e ne vietava la tessitura “alle donne e ai fanciulli”.

Nel 1943, poi, l’asbestosi “fu inserita per legge tra le malattie professionali”.

La notizia mi serve per introdurre il richiamo del lettore sulla scadenza del 28 febbraio entro la quale le imprese:

  1. che utilizzano amianto, direttamente o indirettamente, nei processi produttivi;
  2. che svolgono attività di smaltimento o di bonifica dell’amianto;

devono inviare alle Regioni e alle ASL di competenza una relazione contenente:

  • i tipi e i quantitativi di amianto utilizzato;
  • le attività svolte, i procedimenti applicati;
  • il numero e i dati anagrafici degli addetti;
  • il carattere e la durata delle loro attività, le esposizioni  di ciascun lavoratore all’amianto;
  • le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto;
  • le misure adottate o in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della tutela dell’ambiente.

Nell’ambito dei compiti di vigilanza spetterà alle ASL la verifica della concentrazione di fibre di amianto respirabili nei luoghi di lavoro interessati (utilizzo, trasformazione, smaltimento, bonifica) tenuto conto dei valori limite fissati dall’art. 3 della L. 257/92 e ss.mm.ii.

Le motivazioni  della sentenza della Cassazione ricordata nelle prime righe della news avevano sottolineato la pericolosità dell’amianto e “ la stretta correlazione esistente tra l’esposizione a tale sostanza e talune patologie tumorali, nota fin dagli anni sessanta, tanto che persino alcune scritte apposte sui sacchi adoperati dall’azienda (incriminata per l’evento sottoposto al giudizio della Corte, Nda) avvertivano della presenza di fibre di asbesto ed invitavano a porre attenzione al fine di evitare la formazione di polveri e di respirarne, poiché l’assunzione di esse avrebbe potuto provocare il cancro e altre gravi malattie…”.

Leggi anche: Relazione amianto, il 28 febbraio scade invio relazione annuale.

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