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La valutazione dei rischi sul lavoro, normativa e storia, WP Olympus n.36

URBINO – Pubblicato da Olympus Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro, il saggio La valutazione dei rischi, Working Papers n. 36, a cura della dott.sa Adriana Stolfa, avvocato del Foro di Trani e docente presso presso l’Università di Bari.

Valutazione dei rischi e redazione dei relativi documenti, questo l’oggetto del documento che traccia l’evoluzione della normativa in materia analizzando due passaggi fondamentali nella storia del diritto del lavoro, l’art. 2087 del Codice civile (1942) e la Legge 626/94,  per giungere quindi a un’analisi approfondita del D. Lgs. 81/08.

Già dal 1942 con il Codice civile all’art. 2087 viene disposto che il datore di lavoro, in quanto soggetto titolare del rapporto di lavoro, sia obbligato ad “adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Da queste disposizioni generali, dinamiche e onnicomprensive, la normativa si è evoluta approfondendo nel dettaglio tutti gli obblighi di sicurezza in capo al datore di lavoro fino ad arrivare al Testo Unico in cui la valutazione dei rischi rappresenta un cardine imprescindibile della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Così l’autrice: “La non delegabilità dell’obbligo di valutazione costituisce un limite di straordinaria importanza ai poteri imprenditoriali e si pone come il risultato non soltanto di un lungo percorso esegetico ma anche dell’evoluzione del comune sentire della società civile che ha trovato riscontro anche nella Costituzione repubblicana e nell’Atto unico europeo. La conseguenza è una netta responsabilizzazione e valorizzazione del ruolo del datore di lavoro chiamato ad effettuare una valutazione attenta e dettagliata finalizzata a delineare un’organizzazione del lavoro al riparo da rischi per la sicurezza”.

Il saggio analizza quindi contenuti, funzione e natura giuridica del Documento di valutazione dei rischi, previsto agli artt. 28 e 29, e propone una riflessione sul suo valore contrattuale. Descrive e definisce quindi obblighi e adempimenti relativi anche alla redazione del Duvri, Documento unico di valutazione dei rischi d’interferenza e previsto dall’art. 26 del D.lgs. n. 81/2008, che disciplina gli obblighi del datore di lavoro “in caso di affidamento a terzi di determinati lavori, servizi o forniture all’interno della propria azienda, di una singola unità produttiva o nell’ambito dell’intero ciclo produttivo della medesima”.

In ultimo interviene in merito a procedure standardizzare e autocertificazioni e passa in rassegna quanto disposto all’art. 29, le deroghe all’obbligo di procedere alla valutazione dei rischi per le aziende che possono effettuare la valutazione sulla base delle “procedure standardizzate” elaborate dalla  Commissione consultiva permanente ai sensi dell’art. 6, comma 8, lett. f, del TU.

Per approfondire: La valutazione dei rischi.

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