
Caldo sul lavoro. Con nota del 2 luglio il Ministero del Lavoro ha informato sulla firma del Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro.
Il protocollo dovrà essere recepito con decreto e dovrà essere firmato dalle parti sociali. Questo uno stralcio della dichiarazione del ministro del Lavoro Calderone rilasciata a margine dell’incontro del 2 luglio: “Il protocollo, il primo dopo il Covid-19 ha l’obiettivo di scongiurare infortuni e malattie professionali connessi al clima estremo. L’obiettivo è coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative. Allo stesso tempo si propone di valorizzare le iniziative, anche contrattuali, di categoria, territorio o azienda, già assunte in sede nazionale e di diventare un punto di riferimento per gli eventuali provvedimenti adottati dalle amministrazioni locali”.
Il testo ufficiale del Protocollo del 2 luglio 2025.
Il testo “A fronte delle disposizioni previste dalla decretazione specifica, in particolare sulla regolazione degli ammortizzatori sociali, utilizzabili per le suddette emergenze e nei termini previsti per i diversi settori produttivi (CIGO, CISOA), demandando ai provvedimenti delle Amministrazioni coinvolte (INL, INAIL, MdS) per quanto concerne le regole generali di tutela della salute e sicurezza, emessi espressamente per la gestione delle emergenze, […] promuove le buone pratiche al fine di scongiurare infortuni e malattie professionali, come anche eventi e condizioni di malessere, connessi alle emergenze climatiche“.
Redatto con l’obiettivo di assicurare salubrità e sicurezza sul lavoro, misure adeguate di tutela, indica percorsi e misure, anche per il lavoro degli studenti in PCTO. Stabilisce in sintesi che:
- i datori di lavoro “si riferiscono agli accordi attuativi del presente protocollo quadro eventualmente stipulati in sede nazionale di categoria, territoriali o aziendali, per la condivisione delle esigenze di contenimento dei rischi derivanti dalle emergenze climatiche, tra le quali l’esposizione ad alte temperature, nell’ottica di una piena tutela delle condizioni psicofisiche delle lavoratrici e dei lavoratori”;
- restando ferme le disposizioni del TU su valutazione rischi e microclima;
- vanno richiamate in ambito emergenziale buone prassi da stipulare e tavoli contrattuali nazionali settoriali, territoriali o aziendali e valorizzate le iniziative già in atto;
- i tavoli dovranno occuparsi, anche considerando “eventi straordinari legati ai cambiamenti climatici o anche in prospettiva prevenzionale di lungo periodo” principalmente di informazione e formazione, sorveglianza sanitaria, abbigliamento e Dpi, turni e orari di lavoro;
- gli accordi potranno prevedere criteri di premialità per le imprese;
- verifica e aggiornamento tra le parti entro sei mesi;
- supporto al protocollo richiesto dalle parti sottoscrittrici che chiedono al Ministero misure in merito a ammortizzatori sociali in tutte le ipotesi di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, rimodulazione dell’orario di lavoro, utilizzare gli accordi come giustificativi contro tutte le eventuali responsabilità.
Ordinanze delle Regioni
Alcune Regioni hanno adottato in questi giorni delle ordinanze con misure per la protezione dei lavoratori dal caldo estremo e la sospensione del lavoro all’aperto nelle ore più calde, in particolare in settori a rischio come l’edilizia e l’agricoltura.
Queste le Regioni e le rispettive ordinanze, valide fino alla fine di agosto o ai primi di settembre:
- Veneto;
- Piemonte;
- Lombardia;
- Liguria;
- Emilia Romagna;
- Toscana;
- Marche;
- Umbria;
- Lazio;
- Abruzzo;
- Campania;
- Basilicata;
- Calabria;
- Puglia;
- Sicilia;
- Sardegna.
Prevedono generalmente il divieto di attività dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni a rischio elevato.
I giorni a rischio vengono determinati e sono consultabili attraverso l’applicativo online Worklimate 2.0 dell’Inail.
Linee indirizzo Regioni
Ricordiamo le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare pubblicate dalle Regioni il 26 giugno.
1500
Ricordiamo la campagna del Ministero della Salute “Proteggiamoci dal caldo”, il numero di pubblica utilità 1500 e i bollettini del Ministero sulle ondate di calore.