ROMA – Dieci domande per un Cento ANFOS. Alessandro Lama, titolare dello Studio Lama e Associati srl, società con sede a Roma, che si propone di fornire alle aziende servizi che vanno dalla sicurezza in tutte le sue variabili (sul lavoro, nei cantieri, negli alimenti) al settore ambientale, ai trasporti, rifiuti, all’assistenza legale, alle Medicina del lavoro, alla certificazione della qualità.
Sig. Lama di cosa si occupa il suo centro di formazione?
Ci occupiamo di formazione per la sicurezza con la particolarità di erogare soprattutto corsi di formazione presso i clienti. È molto difficile in questo periodo far spostare lavoratori e datori di lavoro quindi siamo noi a spostarci presso le sedi delle aziende con cui collaboriamo.
Da quanto tempo opera in questo settore?
Opero nel campo della sicurezza, ambiente e qualità dal 1990.
Quali corsi sono attivati presso il vostro Centro?
Eroghiamo tutti i corsi standard inerenti la sicurezza sul lavoro e una gamma di corsi specialistici rivolti a un particole settore aziendale che è quello dei parchi divertimenti. Per queste aziende siamo per esempio in grado di erogare i corsi per istruttori e soccorritori di percorsi acrobatici. Inoltre eroghiamo formazione per l’HACCP e per il trasporto di merci pericolose.
La vostra società eroga anche altri servizi?
Sì la società è in grado di supportare il cliente in tutti gli adempimenti richiesti dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro, nei cantieri, degli alimenti, per l’ambiente e per il trasporto di merci pericolose. Possiamo occuparci della redazione dei documenti, della formazione specifica, di misurazioni, valutazione dei rischi e progettazione.
Quali sono a suo giudizio le più forti richieste di formazione da parte delle aziende?
Come dicevo la più forte richiesta riguarda la necessità delle aziende di poter svolgere i corsi sul luogo di lavoro senza dover far spostare i dipendenti. La richiesta è quella di far sì che la teoria che insegniamo si possa immediatamente applicare alla loro specifica situzione pratica.
C’è comunque da dire che questo è un periodo difficile e che la formazione in assoluto non è ai primi posti nelle richieste delle aziende per le quali è già un problema coprire le spese di gestione strategiche e vedono ancora la formazione come un costo e un obbligo normativo e non come un’opportunità e un punto di forza. Le aziende hanno ancora molto bisogno di essere sensibilizzate.
Quali sono le problematiche che maggiormente affronta?
Una problematica che sicuramente affrontiamo riguarda la disparità tra la quantità di formazione che richiede la normativa e la capacità di assimilazione dei lavoratori, dei preposti e di tutte le figure a cui eroghiamo corsi. Capita spesso che i nostri discenti siamo persone mature che hanno una certa difficoltà a mantenere alta la concentrazione e quindi a recepire la mole di informazioni concentrate che dobbiamo trasmettere nel corso e che dobbiamo fare in modo che possano essere applicate nella specifica realtà aziendale in cui operano.
Gli obiettivi di formazione posti dal legislatore sono tarati su una tipologia di lavoratore a volte diversa quello che si incontra nella realtà del mondo produttivo. Capita spesso che durante i corsi le domande e le questioni poste dai lavoratori esulino dal programma del corso anche se riguardano effettive problematiche sul luogo di lavoro in cui siamo chiamati a intervenire.
Ritiene che i datori di lavoro siano sensibili ai temi della sicurezza o abbiano ancora necessità di una formazione adeguata?
Purtroppo devo dire che in molti casi i datori di lavoro hanno ancora molto bisogno di essere sensibilizzati e di acquisire oltre che conoscenze soprattutto la consapevolezza dell’importanza della sicurezza.
Quali strumenti formativi ritiene siano più efficaci?
Qualsiasi cosa sia in grado di tenere alta l’attenzione del lavoratore. Non importa se siano slides o un corso a distanza, la cosa più importante è che si possa entrare in relazione con chi segue il corso e che si saldi un rapporto tra chi insegna e chi impara.
Un’altra fattore importante è mostrare la realtà dei fatti. Io ad esempio uso sempre le statistiche sugli infortuni e sulle morti sul lavoro. I lavoratori devono capire che non stiamo facendo un discorso astratto, che senza sicurezza si muore.
Perché ha deciso di iscriversi ad ANFOS?
Sono arrivato ad ANFOS perché consigliato da persone per me importanti e ho trovato in questo organismo una struttura dinamica e proattiva che non solo ha sempre espletato il suo servizio con serietà e puntualità.
Cosa pensa della normativa riguardo la formazione per la sicurezza in Italia?
In merito ala normativa devo dire che quello che io riscontro è uno scollamento tra la capacità di investire delle aziende e le richieste di adempimenti del legislatore. Altra criticità riguarda i tempi della formazione. Erogare un corso di formazione di 8 ore ogni 5 anni a mio avviso non ha molto senso. Ci vorrebbe una formazione più costante e magari fatta con sistemi più dinamici, con altre metodologie e mezzi . Penso ad esempio a un canale TV tematico dedicato tutto alla sicurezza sul lavoro grazie al quale a ciclo continuo si possa accedere a contenuti utili e aggiornati.
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