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Formazione sicurezza lavoro e qualità, ing. Foletti, Studio Gio.Mi, Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Dieci domande per un Centro ANFOS. Ing. Giovanni Foletti amministratore unico dello Studio Gio.Mi. realtà nata da un team di professionisti accomunati da una pluriennale esperienza nell’ambito della consulenza nel settore della certificazione di qualità, sicurezza e ambiente, con sede a Reggio Calabria.

Ing. Foletti di cosa si occupa il suo centro di formazione?

Studio Gio.Mi. eroga servizi di consulenza e formazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro e cantieri.

Da quanto tempo opera in questo settore?

Il centro si è orientato alla sicurezza a partire dalla sua fondazione avvenuta nel 2004, specializzandosi fortemente nel settore nel corso degli anni.

Quali corsi sono attivati presso il vostro centro?

Offriamo tutte le tipologie di corsi di formazione per la sicurezza, i prevalenti sono quelli per RSPP datore di lavoro, formazione e informazione ai lavoratori, RLS, preposto, addetti al montaggio e smontaggio di ponteggi e operatore in ambienti confinati.

Recentemente abbiamo ottenuto la validazione dei programmi per corsi inerenti la formazione di addetti ai carrelli elevatori, terna, escavatori idraulici, gru su autocarro e per l’aggiornamento per coordinatore sicurezza, tutti corsi per i quali nell’ultimo periodo abbiamo ricevuto numerose richieste.

La vostra società eroga anche altri servizi?

Studio Gio.Mi. eroga servizi di consulenza organizzativa, in particolar modo sui sistemi di gestione qualità, ambiente, sicurezza, alimentare. Inoltre lo studio vanta una lunga e significativa esperienza (quasi decennale) in materia di consulenza per la privacy.

Lo studio, grazie al supporto offerto da professionisti qualificati in settori quali la sorveglianza sanitaria, l’antincendio, le verifiche periodiche su impianti e attrezzature, l’autocontrollo alimentare e le analisi ambientali, è inoltre in grado di offrire servizi di natura diversa.

Il nostro intento è di erogare tutti i servizi di cui la clientela possa aver necessità in ambito sicurezza lavoro e organizzazione aziendale, avvalendoci di collaborazioni che ci consentano di soddisfare le richieste dei clienti.

Quali sono a suo giudizio le più forti richieste di formazione da parte delle aziende?

Considerando le gravi difficoltà economiche in cui versano le imprese, attualmente l’orientamento che manifestano è quello di privilegiare le attività formative obbligatorie al fine di raggiungere la conformità legislativa. Quello che va oltre gli adempimenti normativi, è richiesto solo in caso di necessità.

Quali sono le problematiche che maggiormente affronta?

A volta capita che non sia immediato il convincere gli imprenditori ad affrontare tutte le incombenze imposte dalle norme vigenti in ambito sicurezza, la crisi economica incide pesantemente sulla disponibilità e a volte titolari preferiscono spendere il meno possibile.

Ritiene che i datori di lavoro siano sensibili ai temi della sicurezza o abbiano ancora necessità di una formazione adeguata?

La categoria dei datori di lavoro ha subito uno scossone forte dall’avvento del Testo Unico. Sicuramente, rispetto agli anni in cui vigeva la 626, oggi sono molto più reattivi nel cercare l’adeguamento alle norme inerenti la sicurezza del lavoro.

Ciononostante ci si può ancora imbattere in imprenditori restii nell’adeguarsi alle prescrizioni del T.U. Non credo si tratti di un problema di formazione adeguata ma di un problema di crescita culturale e ritengo che un’azione più incisiva da parte degli organi di vigilanza potrebbe dare un forte impulso e determinare una diffusione capillare della cultura della sicurezza.

Perché ha deciso di iscriversi ad ANFOS?

L’evoluzione dei servizi formativi per la sicurezza nei luoghi di lavoro e delle norme che li regolamentano hanno richiesto di operare delle scelte per dare ancora più forza e solidità ai servizi erogati alle imprese.

Per questo due anni fa, dopo una breve ricerca in merito e in base all’esperienza maturata da amici già iscritti, ho deciso di richiedere l’iscrizione del mio studio ad ANFOS, conseguendola immediatamente grazie anche ad un CV personale ritenuto adeguato ai canoni selettivi imposti dall’associazione nazionale.

Quali strumenti formativi ritiene siano più efficaci?

In base all’esperienza sin qui maturata, sicuramente, la formazione sul campo la ritengo essere strumento efficace ed efficiente come nessun altro: permette di correggere concretamente gli errori e le abitudini sbagliate dei lavoratori o dei datori di lavoro durante l’esecuzione delle attività operative, lasciando indelebile il ricordo dei comportamenti sbagliati e della corretta applicazione delle norme di sicurezza.

Cosa pensa della normativa riguardo la formazione per la sicurezza in Italia?

Ritengo che il T.U. sia una buona legge il cui l’impianto legislativo permette di soddisfare le esigenze formative più disparate. Non possiamo però dimenticare la forte fase di recessione che vive la nostra nazione, la cui fine non sembra ancora vicina.

Dobbiamo pertanto auspicarci che le personalità che andranno al Governo possano trovare risposte rapide ed efficaci per ridare fiato alle imprese sempre più in debito di ossigeno economico e dunque votate anche ad investire sempre meno in sicurezza. In tal senso le associazioni di categoria di noi formatori e consulenti sicurezza dovranno mantenere costante l’invito ai governativi di riferimento, affinché non si inneschi un recesso rispetto ai passi avanti sin qui fatti dall’ingresso del T.U. relativamente all’applicazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro.

In ultimo, aggiungo una nota riguardante il fatto che avrei preferito una maggior selettività nella definizione dei criteri di qualifica dei formatori. Quello del formatore è un ruolo delicatissimo per esercitare il quale, a mio avviso, servono competenze teoriche, esperienza sul campo, conoscenza dei settori operativi e delle problematiche a ciascuno di essi riconducibili e anche tanta passione. Una qualificazione incompiuta della figura del formatore non aiuta le imprese, acuisce i problemi derivanti dalla non corretta applicazione del T.U. e non favorisce l’ampliarsi della cultura della sicurezza, valore fondamentale in uno stato che voglia ritenersi moderno e socialmente responsabile.

Dieci domande per un centro ANFOS.

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