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La conoscenza della lingua può salvare la vita

MILANO – «La conoscenza della lingua può salvare la vita ai lavoratori stranieri»: è l’appello di Nicola Cerrato, procuratore aggiunto della Procura di Milano, che dirige il dipartimento che si occupa di sicurezza del lavoro.

A Milano, dopo alcuni anni in cui avevamo assistito a un calo del numero di incidenti mortali sul luogo di lavoro, si torna ora ad una preoccupante inversione di tendenza: nel 2010 gli infortuni sul lavoro che hanno portato al decesso del lavoratore sono tredici contro i nove registrati l’anno scorso.
E’ un lieve aumento che non ricorda nemmeno le cifre spaventose registrate negli anni passati, quando le vittime del lavoro a Milano sono state in alcuni anni quasi trenta,  ma l’inversione di tendenza è preoccupante e merita una immediata reazione.

E’ ai lavoratori immigrati che il procuratore aggiunto ha rivolto la sua attenzione. Nell’esercizio delle sue funzioni il procuratore ha modo di venire a conoscenza di storie di immigrazione, di sfruttamento e di irregolarità, come risultato dalle recenti indagini che hanno portato all’emersione di lavoro nero in laboratori a conduzione cinese,  e dei rischi cui lavoratori immigrati risultano più esposti e meno tutelati.
In questa situazione la cattiva conoscenza della lingua diventa un ulteriore impedimento affinché il lavoratore possa capire bene la realtà che lo circonda e possa reagire prontamente.
Esempio banale ma che può risultare calzante è semplicemente il fatto che l’operaio straniero che non capisce bene la lingua non si può avvalere delle conoscenze e dei consigli dei colleghi italiani e in casi estremi potrebbe addirittura non essere in grado di recepire un avvertimento in caso di immediato pericolo.
Il procuratore aggiunto Nicola Cerrato quindi propone la conoscenza dell’italiano come prerequisito fondamentale per tutelare il lavoratore straniero.

Sarebbe pertanto auspicabile fornire ai lavoratori stranieri una conoscenza della lingua italiana di base che gli permetta di capire perlomeno avvertimenti, cartelli e istruzioni chiare e questo potrebbe fare molto nella tutela contro gli infortuni.
Sempre sul piano della comprensione linguistica, affrontando la questione da un altro punto di vista, risulta di uguale importanza, e sancito anche a norma di legge, fornire ai lavoratori stranieri una adeguata formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro in modo chiaro e comprensibile, e quindi possibilmente nella lingua madre dei lavoratori.

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