Per introdurre l’argomento sull’impianto di terra l’opuscolo dell’Inail La progettazione della sicurezza nel cantiere (2015) parte della definizione di elettroshock (elettrocuzione), che può avvenire:
- per contatto diretto con parti di impianti elettrici normalmente sotto tensione (cavi) e con parti di impianti elettrici normalmente non percorse da corrente ma che possono trovarsi sotto tensione* per effetto di guasti o fenomeni induttori, ad es. carcasse di macchine;
- per contatto indiretto con elementi metallici non facenti parte di impianti elettrici, ma accidentalmente in contatto con sorgenti di elettricità (ponteggi).
Come proteggersi dal contatto diretto? Si installano barriere distanziatrici e rivestimenti isolanti per i conduttori, cabine per apparecchi in funzione, coperchi per interruttori e valvole e apparecchiature stagne per i lavori all’aperto.
Altro discorso per la protezione dal contatto indiretto. Questo si esegue:
- mediante la messa a terra di tutti gli elementi metallici (carcasse di macchine, scatole di interruttori, involucri metallici di utensili portatili, ponteggi e casseforme metalliche, gru) suscettibili di trovarsi sotto tensione oppure;
- utilizzando apparecchiature provviste di “sistema a doppio isolamento”.
“La messa a terra è il collegamento delle parti metalliche ad un dispersore conficcato nel terreno, in modo che le parti metalliche ed il terreno abbiano lo stesso potenziale. In tal modo la corrente di guasto originata dal contatto accidentale di un elemento in tensione e la parte metallica connessa a terra non dovrebbe far insorgere alcuna d.d.p.** tra la parte metallica stessa e il terreno.
L’impianto di terra costituisce una protezione essenziale e obbligatoria per scaricare a terra un’eventuale corrente di guasto o per il cedimento di un isolamento che metta sotto tensione oggetti del cantiere, normalmente non in tensione, con cui possano venire a contatto gli addetti ai lavori (per esempio la carcassa di un motore, la struttura di una betoniera ecc.).
Tant’è che tutti gli elementi degli impianti suscettibili di venire in contatto con elementi che trasportano energia o con parti soggette ad attrarre i fulmini devono essere efficacemente messi a terra.
La pubblicazione dell’Inail sulla sicurezza nei cantieri elenca così i componenti dell’impianto di terra: a) dispersore, corpo che costituisce il collegamento elettrico con la terra; b) nodo principale di terra, una barra di rame alla quale fanno capo i conduttori di protezione che collegano a terra le masse, i conduttori equipotenziali che collegano a terra le masse estranee; il conduttore di terra che arriva ai dispersori; c) conduttori di protezione che convogliano la corrente di guasto dalle masse al collettore principale di terra e al dispersore; d) conduttori di terra che collegano il nodo di terra al sistema disperdente e i dispersori tra loro; e) conduttori equipotenziali principali, che collegano il nodo di terra alle masse estranee (corpi metallici non facenti parte dell’impianto elettrico, come i ponteggi, le baracche in lamiera).
L’impianto deve essere denunciato (inviando la dichiarazione di conformità) all’Inail e all’Arpa/Asl competenti entro 30 gg. dalla data di messa in esercizio. Copia di tale denuncia deve essere conservata in cantiere.
L’impianto di terra deve essere oggetto di opportuna manutenzione.L’impianto di terra deve mantenere la sua efficienza fino all’allontanamento di ogni apparecchio collegato alla linea elettrica di cantiere.
* Cioè con un’interruzione automatica del circuito.
** Differenza di potenziale elettrico o tensione elettrica (l’unità di misura è il volt (V). Per la misurazione si usa un voltometro, in genere integrato in un tester elettrico.
Continua martedì 22 settembre 2015: impianto idrico sanitario
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