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Consumo di alcol e salute, prevenzione e abuso, rapporto Oms 2014

GINEVRA – Nel 2012 nel Mondo 3,3 milioni di decessi sono stati causati da un uso nocivo di alcol. Questo quanto rilevato Global status report on alcohol and health 2014, rapporto globale su alcol e salute, pubblicato il 12 maggio dall’Oms .

Il consumo di alcol aumenta il rischio di sviluppare malattie, tra cui la cirrosi epatica e alcuni tipi di cancro. Inoltre , l’abuso di alcol aumenta il livello di violenza e il rischio di incidente e infortunio.

Insieme al fumo, alla cattiva alimentazione e alla sedentarietà l’alcol è uno dei quattro fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza delle malattie non trasmissibili. In più il rapporto rileva che l’uso nocivo rende le persone più vulnerabili alle malattie infettive come la tubercolosi e la polmonite .

La percentuale di decessi per cause correlate agli alcolici è più alta tra gli uomini (7,6%) che tra le donne (4%) ma il consumo è costantemente in aumento nella popolazione femminile.

Fenomeno che desta forti preoccupazioni è la diffusione del cosiddetto binge drinking, (abbuffata alcolica) che consiste nel bere ripetutamente in un tempo molto breve fino ad ubriacarsi, fenomeno che riguarda il 16% dei bevitori.

A livello globale , l’Europa è la regione con il più alto consumo di alcolici pro capite, con un andamento stabile negli ultimi 5 anni. Stazionario il consumo in Africa e nelle Americhe, mentre un aumento è stato rilevato nel Sud-Est asiatico e nelle regioni occidentali del Pacifico .

Sono molti i Paesi che stanno intervenendo per rafforzare le misure di protezione tra cui l’aumento delle tasse sulle bevande l’innalzamento dei limiti di età e altri provvedimenti di tutela del consumatore nella commercializzazione.

Alla luce di quanto già avviato il rapporto Oms chiede che sia fatto uno sforzo globale e che tutti i Paesi si attivino su tre linee fondamentali:

  • sviluppare una politica nazionale in materia ( nel 2012 solo 66 Stati membri dell’Oms lo avevano fatto);
  • promuovere attività nazionali di sensibilizzazione (quasi 140 Paesi hanno riferito di aver realizzato almeno un’ azione negli ultimi tre anni);
  • potenziare i servizi sanitari per la prevenzione, il trattamento e la cura, sia per i pazienti che per le loro famiglie, compresi progetti di screening e interventi brevi.

Per approfondire: Global status report on alcohol and health 2014.

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