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Oms, Primo rapporto prevenzione suicidi, il 10 settembre “Global suicide prevention day

GINEVRA – A pochi giorni dalla ricorrenza del “Global suicide prevention day” convocata ogni 10 settembre da Iasp International association for suicide prevention, l’Oms ha pubblicato il suo Primo rapporto sulla prevenzione del suicidio.

Nel Mondo ogni 40 secondi una persona si toglie la vita. Sono più di 800.00 i casi all’anno su scala globale, la maggior parte dei quali (circa il 75%) in Paesi a basso e medio reddito. I tassi di suicidio sono più alti nelle persone di età compresa tra 70 anni, ma il suicidio è la seconda causa di morte nei giovano tra i 15 e i 29 anni. Avvelenamento da pesticidi, impiccagione e armi da fuoco sono tra i più comuni mezzi utilizzati.

Nei Paesi più ricchi, gli uomini che si tolgono la vita sono tre volte più numerosi delle donne, in particolare nella fascia di età over 50. Nei Paesi a basso e medio reddito, giovani adulti e donne anziane hanno tassi di suicidio più alti. Le donne over 70 hanno il doppio delle probabilità di morire per suicidio rispetto alle donne di età compresa tra 15 e i 29 anni.

Lo studio presentato da Oms conferma che i casi di suicidio sono prevenibili e che molto si può fare per ridurre il fenomeno. Con il documento l’Oms chiede l’avvio di una serie di provvedimenti, una serie di azioni coordinate che coinvolgano tutti gli Stati. Tali azioni dovranno:

  • coinvolgere i diversi dipartimenti governativi nello sviluppo di una risposta coordinata globale, richiedendo un impegno ad alto livello non solo nel settore della sanità, ma anche nell’ambito dell’istruzione, dell’occupazione, del benessere sociale e ai dipartimenti giudiziari.
  • estendere a tutti i Paesi le politiche di restrizione di accesso ai mezzi, adottate con successo in Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei;
  • monitorare i mezzi di comunicazione affinché i casi di suicidio non siano trattati con toni sensazionalistici e siano evitate le descrizioni dettagliate dell’accadimento;
  • formare gli operatori socio sanitari affinché identifichino precocemente i disturbi mentali e causati dall’uso di sostanze e possano seguire adeguatamente questi casi;
  • predisporre piani di follow up che prevedano contatti regolari, anche al telefono o tramite visite a domicilio, per chi ha tentato il suicidio.

Nel Piano d’azione per la salute mentale Oms 2013-2020, gli Stati membri si sono impegnati per raggiungere l’obiettivo globale di ridurre il tasso di suicidi del 10% entro il 2020. Il programma d’azione dell’Oms Mental health gap infine, lanciato nel 2008, include la prevenzione del suicidio come una priorità e fornisce linee di indirizzo per migliorare i servizi in tutti i Paesi.

Per approfondire: Primo rapporto Oms prevenzione suicidi

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