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Infortuni sul lavoro e sindrome da stress acuto: una guida per datori di lavoro e dipendenti

ROMA – Quali conseguenze può avere un grave infortunio sul lavoro?
In questi tragici casi, la questione riguarda non solo chi è colpito dall’incidente, ma l’azienda è colpita da conseguenze che impattano lo stato psico-fisico di tutti i dipendenti, quind l’immagine pubblica dell’azienda stessa. L’emergenza causata da un evento traumatico attiva una forte reazione volta a soccorrere gli infortunati e ristabilire il controllo, ma spesso in questo frangente si sottovaluta il danno ricevuto da chi ha assistito all’incidente e le conseguenze dell’evento sul clima aziendale. Spesso le stesse persone che hanno assistito all’infortunio non si rendono conto di esserne state traumatizzate e di avere bisogno di aiuto.

Di norma un evento traumatico provoca un forte disagio mentale che si manifesta come stato di confusione, senso di ansia e impotenza, nervosismo, disturbi del sonno ecc. E’ la reazione acuta da stress che si manifesta subito dopo l’evento, o nei giorni successivi ed ha una durata di quattro-otto settimane, periodo in cui si passa da una fase acuta a una fase di rielaborazione.

La fase acuta post-traumatica si manifesta con senso di stordimento, alienazione, difficoltà di socializzazione, stato confusionale, disattenzione, e, a livello fisico, con tachicardia, elevata sudorazione, affanno, difficoltà digestive, inappetenza.
Nel periodo successivo, quello della rielaborazione, i sintomi psico-fisici si affievoliscono, e la persona è assorbita dalla necessità di ripercorre l’evento a volte con sintomi e vissuti quali incubi, evitamento di luoghi e persone legate all’evento, sensi di colpa, ecc.
A volte la persona non esce da questa fase e si assiste ad un aggravamento della sintomatologia. Si perviene così ad una vero e proprio disturbo post-traumatico da stress per la cui soluzione è necessario fare ricorso a cure psicoterapiche.

Tutto questo può essere prevenuto ed evitato se l’azienda stessa pone in essere nel suo piano d’emergenza alcuni accorgimenti che vadano a tutelare la salute dei lavoratori traumatizzati, e li protegga da ulteriori stress  provocati per esempio dall’esposizione mediatica, cercando di facilitare quanto prima il ritorno alla normalità. E’ bene quindi che il datore di lavoro valuti per tempo se fornire ai propri dipendenti un aiuto psicologico pos-traumatico.

Cosa può fare il datore di lavoro
Stabilire se è necessario l’intervento di un esperto esterno.
Riunire tutte le persone coinvolte
dall’incidente: chi ha assistito ma anche chi ha una relazione significativa con l’infortunato e avere un primo momento di scambio, condivisione e valutazione.
Sollecitare i dipendenti a manifestare i propri bisogni e assicurare il sostegno da parte dell’azienda.
Informare tutti sulla gestione dell’emergenza e di come si tornerà alla normalità.
Informarsi sulla situazione privata e familiare dei lavoratori che hanno subito il trauma
Predisporre che chi ne ha bisogno sia accompagnato a casa e che i testimoni dell’infortunio non si mettano alla guida.
Inoltre, per non sottopore i lavoratori a nuovi stress dati dalla presenza dei media, tutelare la privacy dei dipendenti facendo rimuovere telefoni o altri dati sensibili affissi sul luogo di lavoro, predisporre uno spazio dove accogliere la stampa lontano dal luogo dell’incidente e incaricare una sola persona di poter fornire informazioni.

Cosa può fare il lavoratore per uscire presto dalla fase post traumatica?
Distrarsi con attività rilassanti e piacevoli.
Riposarsi.
Frequentare ambienti familiari.
Parlare serenamente dell’accaduto.
Prendere le cose con calma senza pretendere da sé di poter lavorare come se non fosse successo niente.
Fare una vita regolare e tornare il prima possibile alla normale routine quotidiana
Comunicare l’eventuale persistere di disturbi al datore di lavoro.

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