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Punto dolente nell’attuazione del TU, la mancanza di coordinamento fra le Regioni

Letture critiche sulle osservazioni della Commissione parlamentare inchiesta infortuni sul lavoro. VII.

Anche in materia di sicurezza sul lavoro permangono ancora molte, troppe differenze e disomogeneità tra le varie Regioni, alcune delle quali procedono a volte attraverso scelte organizzative diverse. L’apposita Commissione parlamentare  lo ha verificato attraverso le numerose missioni compite sul territorio ed è giunta alla conclusione che occorre rivitalizzare i Comitati regionali di coordinamento ai quali spetta di recepire gli indirizzi e le politiche nazionali di prevenzione e contrasto agli infortuni e alle malattie professionali per gestire le relativa azioni in ambito locale.

“Pur essendo ormai insediati in tutte le Regioni, si legge nella relazione della Commissione approvata nel gennaio scorso, i comitati non sempre funzionano come dovrebbero: la loro convocazione non avviene con la cadenza prevista e l’attività è a volte lacunosa, specie riguardo alla collaborazione e alla sinergia tra gli enti”. Risultato, che tali ritardi  indeboliscono oggettivamente le azioni di prevenzione e contrasto a favore della sicurezza sul lavoro.

E non basta. Ad aggravare la “dimensione territoriale” per l’attuazione del TU 81/ ci si mettono pure le Regioni che o “non hanno inviato le previste relazioni ai ministeri centrali oppure, ed è il caso delle regioni a statuto speciale, “ hanno adottato modelli organizzativi diversi sia per i comitati di coordinamento che, in generale, per l’attività di prevenzione”.

Questa tendenza a proporre soluzioni diverse, anche in relazione alla competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, “aumenta la confusione e rischia di produrre un’applicazione non uniforme della normativa tra le varie parti d’Italia”, il che, per la Commissione parlamentare, non è assolutamente accettabile.

Allo scopo di accrescere la consapevolezza su questi temi, la Commissione ha cercato un dialogo diretto con i rappresentanti delle Regioni e delle Province Autonome, sia attraverso la Conferenza nazionale che nei singoli territori. E in questa prospettiva bisognerà anche rafforzare il coordinamento tra gli enti ispettivi e la collaborazione con le forze dell’ordine e gli organi di polizia locale, in modo da accrescere l’efficacia e l’uniformità dei controlli.

La banca dati del SINP potrà contribuire in questo senso? Sì, è il parere della Commissione, perchè facendovi riferimento “si aiuterà a programmare meglio gli interventi e la vigilanza su base territoriale e si elimineranno duplicazioni e sovrapposizioni. Ma è auspicabile l’adozione di procedure e verbali unificati di rilevazione da parte di tutti gli organi ispettivi”.

Torna a letture critiche VI: Commissione parlamentare d’inchiesta 2012: intervenire nelle PMI“.

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