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Commissione parlamentare d’inchiesta 2012: intervenire nelle PMI

Letture critiche sulle osservazioni della Commissione parlamentare inchiesta infortuni sul lavoro. VI.

Completare l’attuazione del testo unico sulla sicurezza “significa … soprattutto garantirne la piena applicazione in tutti i settori e in tutte le parti del Paese, superando talune asimmetrie e contraddizioni che ancora permangono”.

Così la relazione del Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza sul lavoro del gennaio scorso, che osserva quanto a livello settoriale, nelle grandi attività  industriali la normativa sia stata complessivamente recepita,  e che essa trova invece ancora grandi resistenze e ritardi nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e dell’artigianato, dove maggiore è la concentrazione delle piccole o piccolissime imprese.

Sono propri questi i comparti, dove, non a caso, viene registrato il maggior numero di infortuni. Le cause sono da trovare prima di tutto nella mancanza organizzativa e culturale delle piccole realtà, che se si sommano agli effetti della recente crisi economica, “ostacolano un’applicazione completa delle disposizioni a favore della salute e della sicurezza sul lavoro, incoraggiando  anche fenomeni di irregolarità, in particolare di lavoro sommerso.

Bisogna  intervenire proprio nelle piccole e medie imprese sia “con un rafforzamento dei controlli”, ma anche attraverso “processi di formazione e di coinvolgimento”. Due i soggetti-strumenti cui si deve fare leva in questo progetto: gli organismi paritetici (*) e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, aziendali e territoriali.

Occorre “illuminare gli angoli bui” che ancora esistono nel tessuto economico-produttivo italiano in una battaglia di civiltà alla quale la Commissione d’inchiesta  intende “contribuire con decisione, sollecitando l’impegno e la coesione di tutti gli attori istituzionali e sociali”.

(*) Gli organismi paritetici (TU 81/08, art. 2, c.1, lett. ee), sono quegli organismi costituiti da una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro “comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” per le finalità indicate. Tali organismi, istituiti a livello territoriale, svolgono funzioni di orientamento e promozione di iniziative di formazione nei confronti dei lavoratori e rappresentano la prima istanza di riferimento per la risoluzione di controversie sorte circa l’applicazione dei diritti di rappresentanza, informazione e formazione (art. 51, D.Lgs. 81/2008).

Continua mercoledì 4 aprile: coordinamento Regioni.
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