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Nuova indagine della Procura di Torino nel settore dei parrucchieri

TORINO – Forte delle recenti vittorie sul caso Thyssen, la Procura di Torino non si ferma e avvia nuove indagini per verificare le condizioni di salute sicurezza cui sono sottoposti i lavoratori. Le attenzioni dei magistrati si sono rivolte questa volta al mondo dei parrucchieri.
Le indagini nascono dalla denuncia di un caso di dermatite allergica di una lavoratrice impiegata in un salone di parrucchiere di Nichelino nella provincia di Torino.
Da qui la volontà di verificare le condizioni di lavoro in questo settore dove i lavoratori sono esposti in modo pesante a contatto con prodotti chimici.
Anche a livello Europeo è riscontrato che la maggior parte delle patologie professionali riguardano la cute e tra queste patologie, le più frequenti sono quelle cui sono esposti i parrucchieri a causa della manipolazione di ammine aromatiche presenti nelle tinture per capelli.

Condotto recentemente in Svezia uno studio che fotografa lo stato dell’arte in vari stati per quel che riguarda l’uso di queste sostanze che, oltre ad effetti locali, possono sviluppare in chi è frequentemente esposto,  anche dei fenomeni allergici e addirittura l’insorgere di patologie sistemiche tra cui ad esempio il carcinoma alla vescica che è stato rilevato sia nei parrucchieri che nelle donne che fanno pesante uso di tinture permanenti.
A livello legislativo la situazione è ancora in fase di regolamentazione: alcuni preparati sono stati vietati e poi reintrodotti e i limiti percentuali di sostanza tollerata variano.
Unica tutela per i lavoratori rispetto all’innegabile rischio cui sono sottoposti è avere una adeguata formazione  su come usare queste sostanze e una corretta informazione sulla loro composizione.

Misure legali che vietino o riducano drasticamente l’uso di queste sostanze possono avere un buon impatto ma ancora più efficace può essere la semplice acquisizione da parte dei lavoratori di comportamenti corretti, che prevedano una procedura di lavoro che limiti al minimo il possibile contatto con la sostanza nociva e il corretto  e costante uso di dispositivi di protezione: semplici guanti in lattice che a volte non vengono usati affatto, a volte invece di essere gettati ad ogni uso vengono riutilizzati fino alla completa usura, oppure vengono utilizzati in modo improprio.
Proprio sull’uso dei guanti è stato mosso un appunto al gestore del salone di Nichelino la cui dipendente si è ammalata. Alla luce di quanto scoperto Guariniello ha disposto ispezioni delle Asl in saloni di parrucchieri di tutta la provincia.

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