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Jeans, parte la campagna contro la sabbiatura

ROMA – La Clean Clothes Campaign ha lanciato un appello alle aziende produttori di jeans per abolire la tecnica della sabbiatura che mette a rischio la salute dei lavoratori, causando una forma acuta della malattia mortale chiamata “silicosi polmonare“.

La pratica è spesso eseguita in piccoli laboratori artigianali nei paesi produttori di jeans, come il Bangladesh, Egitto, Cina, Turchia, Brasile e Messico.
Quasi tutti i jeans venduti in Europa sono prodotte in questi paesi. Nella sola Turchia, si sono registrati 46 casi documentati di  “silicosi polmonare” in aziende che utilizzano la tecnica della sabbiatura. Ma a quanto pare è la punta dell’iceberg.
La Clean Clothes Campaign (CCC), in collaborazione con il Comitato di Solidarietà di sabbiatura Labourers in Turchia, ha chiesto pubblicamente ai produttori di jeans che essi possano garantire che la sabbiatura non fa parte della loro “supply chain”, cioè metodo di produzione. Un certo numero di aziende di moda e rivenditori hanno già vietato la vendita di jeans prodotti con tale tecnica: tra di loro sono Lévi-Strauss & Co. e Hennes & Mauritz (H & M).

Il CCC invita inoltre i governi dei paesi produttori di jeans di mettere fuori legge la tecnica della sabbiatura, per tutelare la salute sul lavoro e le norme di sicurezza. Inoltre propone di assegnare pensioni di invalidità ai lavoratori che hanno contratto la silicosi in seguito all’esposizione alla “sabbiatura”.
Da gennaio 2011, il CCC farà partire una campagna d’informazione invitando tutti i proprietari di un paio di jeans a inviare messaggi alle aziende produttrici che si rifiutano di vietare la sabbiatura.

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