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Scarpe anti-infortunistica: un lavoratore su tre non le usa

MILANO – Il testo Unico 81/2008 presta una particolare attenzione all’utilizzo corretto, e obbligatorio, di tutta una serie di dispositivi per la protezione individuale (DPI), differenti a seconda delle mansioni a cui il lavoratore è adibito. Uno dei dispositivi più comuni per chi lavora, soprattutto nei cantieri e alla movimentazione delle merci, sono le scarpe di sicurezza. Si stima che in Italia circa 8,6 milioni di lavoratori dovrebbero utilizzare questo tipo di calzature, ma i dati reali parlano di una cifra molto più bassa, circa 5,8 milioni di persone che ne fanno uso. Lo conferma una ricerca condotta da Sita Ricerca e commissionata dall’Associazione nazionale calzaturifici italiani (Anci). Dallo studio emerge infatti che circa il 34% dei lavoratori non le indossa, pur essendo obbligatorio per legge. La cifra è rilevante, si tratta in sostanza di un lavoratore su tre. Il preoccupante dato è stato reso nota alla Fiera di Milano in occasione del salone dell’edilizia ‘Made Expo’. «Le scarpe anti infortunistica sono tra i DPI più importanti in numerosi lavori, ma soprattutto nei cantieri edili. Bisogna considerare che la qualità del prodotto è importante: ci sono infatti scarpe che sostengono l’impatto di pesi notevoli, grazie a nuovi materiali innovativi», ci spiega Gianfranco Leoni della Berner Spa, azienda leader di prodotti per il fissaggio e articoli tecnici per l’edilizia.

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