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Giovani precari tra i più esposti ad infortuni

ROMA – L’IRES, Istituto di ricerche economiche e sociali ha condotto una ricerca sulle condizioni di lavoro per giovani dai 17 ai 35 anni. Drammatici i risultati della ricerca: un infortunio o un incidente mortale su tre colpiscono i giovani lavoratori.

Il problema del lavoro per i giovani non si limita alla faticosa ricerca e difficile collocazione. Oltre alla disoccupazione il giovane lavoratore che vuole entrare nel mercato del lavoro si scontra con condizioni davvero gravose per la sua salute e sicurezza.
Questi i dati elaborati dall’Ires a partire da fonti ufficiali Inail e da interviste telefoniche condotte con mille lavoratori under 35 provenienti da diversi settori lavorativi e titolari di diverse tipologie contrattuali.

Quali le condizioni di lavoro cui sono sottoposti?

L’immagine che ci viene restituita mette in luce situazioni di lavoro gravose: i giovani lavorano spesso sotto sforzo e in situazioni di rischio.
Si va dall’affaticamento fisico, dovuto ad esempio alla movimentazione manuale di carichi, responsabile di un’alta incidenza di disturbi all’apparato muscolo scheletrico denunciato da questi lavoratori (30,4%) a condizioni di lavoro stressanti, frustranti e tanto difficili da causare sindrome da stress lavoro correlato, insonnia e altri disturbi psico-fisici ( 34,4%).

La precarietà e flessibilità cui i lavoratori vanno incontro entrando nel mondo del lavoro non si traduce in dinamicità e autonomia ma sempre più spesso determina forme di sfruttamento.
Giovani che lavorano con contratti a progetto, cui dovrebbe essere garantita una certa autonomia decisionale e di gestione dei tempi e delle metodologie, si trovano in realtà costretti a tenere ritmi di lavoro etereo diretti, che spesso non prendono in considerazione le reali necessità di riposo o di ottimizzazione dei tempi. Nessuna autodeterminazione quindi per i giovani lavoratori con contratti atipici ma solo mancanza di garanzie e condizioni di lavoro inadeguate e insoddisfacenti.

La nota davvero grave è che tutto questo si traduce in maggiori rischi che i giovani corrono e nell’esposizione a condizioni di lavoro malsane, dati confermati sia dalle interviste condotte che dalle statistiche ufficiali sull’incidenza di infortuni su lavoro per età.
La nostra società non può più ignorare questa problematica. E’ necessario che in tempi brevi si arrivino a definire nuovi modelli  organizzativi che siano capaci di garantire ai giovani, e a tutti i lavoratori, condizioni di lavoro adeguate facendo sì che la competitività delle aziende possa trarre profitto dal benessere dei suoi lavoratori.

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