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Una storia che si ripete, due infortuni in cantiere analizzati dal Dors Piemonte

TORINO – Storie di infortunio. Una storia che si ripete. Pubblicato dal DoRS un nuovo approfondimento dalla serie che presenta e analizza casi e cause di incidenti sul lavoro.

La storia pubblicata in questo capitolo, come sempre curata dagli operatori dei servizi Presal delle Asl piemontesi, riporta le vicende di due lavoratori, entrambi in edilizia ed entrambi folgorati da linee a 130 Kv.

Due incidenti distinti, uno accaduto nel 1992 e uno nel 2011, ma entrambi in cantiere, entrambi dopo contatto sulla linee elettrica con il braccio dell’autobetonpompa ed entrambi con conseguenze pari a ustioni di primo secondo e terzo grado.

Una storia che si è ripetuta quindi, e che non si è ripetuta soltanto nelle modalità, ma anche nei protagonisti. Il primo incidente infatti, quello del 1992 ha coinvolto un operatore addetto alla manovra del braccio con 11 anni di esperienza come pompista. Il secondo dopo 19 anni, l’autista che stava seguendo le operazioni tra un’autobetoniera e un’autobetonpompa che lo stesso operatore citato stava manovrando. Entrambi sono sopravvissuti ai propri casi. Il primo con 40 giorni di prognosi, il secondo con ustioni sul 60% del corpo e vari interventi di chirurgia plastica.

Nel primo evento, la manovra di estensione in verticale del braccio dell’autobetonpompa nei pressi di una linea a 130 kV ha innescato un arco elettrico proiettando il lavoratore a 5 metri di distanza e provocandogli ustioni di primo, secondo e terzo grado.

Nel secondo evento, per evitare alcuni ponteggi, si è dovuto sollevare il braccio dell’autobetonpompa avvicinandosi alla linea a 130 kV; l’arco elettrico conseguente ha provocato ustioni di secondo e terzo grado al lavoratore che stazionava tra autobetoniera e autobetonpompa”.

Il racconto del Dors, oltre che per capire come e quando possa verificarsi un infortunio, è utile per rileggere alcune indicazioni per la prevenzione adeguatamente riportate. Le prime e immediate, ovvero: “si fosse scelto di eseguire il getto con attrezzature diverse; si fosse concordato con l’ente gestore della fornitura di energia elettrica la sospensione della tensione nel periodo di esecuzione dei lavori; si fossero delimitate in modo chiaro le aree sicure dove collocare l’autobetonpompa, dove cioè il braccio dell’autobetonpompa alla sua massima estensione non avrebbe potuto toccare i conduttori in tensione”.

Quindi i testi e le leggi. L’applicazione del titolo IV del Dlgs 81/08, il manuale Inail Ple nei cantieri, la circolare Circolare 4/2007 del Ministero del Lavoro.

Info: DoRS Una storia che si ripete

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