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Rapporto coesione sociale 2013, attività ispettiva nel 2012

Nel corso del 2012 gli operatori del Ministero del lavoro, dell’Inail e dell’Inps hanno ispezionato 243.847 aziende, consentendo di identificare 154.820 aziende irregolari, pari al 63,5% delle aziende verificate.

Nelle 154.820 aziende irregolari* sono stati individuati 295.302 lavoratori
non regolari, dei quali 100.193 totalmente in nero. L’attività ispettiva si è basata su un campione di aziende scelto sulla base di parametri che indicano un maggiore rischio di evasione fiscale e contributiva.

Nel corso dell’anno 2012 sono stati emessi 8.388 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, di cui 8.359 per l’impiego di personale irregolare superiore al 20% dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.

I provvedimenti hanno riguardato i settori:

  • dei pubblici esercizi (2.693);
  • dell’edilizia (2.431);
  • del commercio (1.210);
  • dall’artigianato (766).

Le violazioni reiterate della disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro hanno interessato quasi esclusivamente il settore edile.

Il Sud e le Isole presentano le quote maggiori di aziende irregolari rispetto alle ispezionate (82,3% e 82,7% rispettivamente), e in particolare: Basilicata (96,8%), Campania (86,4%) e Calabria (85,1%) sono le regioni con una più forte caratterizzazione di questo fenomeno.

Durante l’attività di controllo sono stati individuati 78.263 lavoratori irregolari in maggioranza totalmente in nero (56,6% pari a 44.261 soggetti). In quali regioni? Sia in Lombardia che in Emilia Romagna i lavoratori irregolari sono stati il 16% del totale nazionale, nel Lazio l’11%, nella Toscana il 9,9%.

Tenuto conto che gli importi accertati per contributi evasi nel 2012 sono stati complessivamente circa 1 miliardo di euro, va osservato che il Mezzogiorno si colloca al 46,4% del totale. In particolare, la Campania presenta la quota più consistente di importi di evasione contributiva accertata con il 14,7% del totale, seguono Lombardia (13,3%) Lazio (10,3% ) e Calabria (9,3%).

Confrontati con quelli del 2011, i dati dei maggiori importi contributivi evasi si sono registrati nel Molise e a Bolzano (persino raddoppiati) e in Toscana (l’incremento ha superato il 63%).

* “Per azienda irregolare si intende l’azienda il cui responsabile sia stato destinatario di almeno un provvedimento di carattere sanzionatorio di natura amministrativa ovvero sia stato oggetto di una comunicazione di reato. L’azienda è inoltre irregolare quando nei confronti della stessa venga attivata la procedura di recupero contributivo o sia stato adottato un provvedimento di diffida accertativa per crediti patrimoniali”.

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