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Infortuni sul lavoro, sul sito DoRS la cronaca di tre nuovi casi

TORINO -Sono tre le nuove storie di infortunio sul lavoro pubblicate dal DoRS, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte, nella sezione dedicata a raccogliere la ricostruzione di alcuni infortuni oggetto di inchiesta da parte dei servizi PreSAL delle ASL piemontesi.

 

“Una culla pericolosa”, storia n.8, è la storia di un operaio morto perché schiacciato dallo scivolamento di pezzi di lamiera presso la linea di taglio dove stava operando.

La storia evidenzia la mancanza di alcune fondamentali misure di sicurezza atte a bloccare automaticamente il processo nel caso sia necessario operare un intervento straordinario,  l’assenza di dispostivi di bloccaggio dei pezzi, la necessità di rendere più stabili i piani di lavoro e più sicuro il piano di calpestio che presentava varchi scoperti.

La storia n. 7, Aria pesante al centro commerciale, racconta un episodio di intossicazione da monossido di carbonio che ha coinvolto sedici lavoratori di una grande catena commerciale.

I lavoratori, incaricati dell’apertura dell’esercizio, sono stati esposti per alcune ore ai fumi tossici che fuoriuscivano da crepe nella camera di combustione e venivano diffusi nei locali dall’impianto di ventilazione. La lunga esposizione di questi lavoratori ne ha causato l’intossicazione mentre i clienti del locale e altri colleghi esposti per un tempo minore non hanno accusato malore.

Le indagini hanno messo in luce la pericolosità di impianti di trattamento aria in cui combustione e ventilazione fano parte dello stesso sistema. Laddove non fosse possibile sostituire questi impianti con altri più sicuri si evidenzia la necessità di frequenti ispezioni visive e tecniche che ne verifichino la piena funzionalità e sicurezza.

Infine la storia n. 6, La scintilla che toglie la vita, descrive un incendio che ha investito quattro lavoratori presso il reparto stampa e laccatura di un’azienda che produce imballaggi per alimenti.

Causa dell’infortunio in cui un operaio ha perso la vita è stato lo sprigionamento di vapori da una grossa quantità di vernice sversata. Il tragico episodio ha mostrato la necessità di valutare con ancora più rigore tutte le possibili situazioni di rischio di formazione di atmosfere esplosive e la pericolosità delle operazioni di travaso che devono essere condotte da personale dedicato e in locali appositamente adibiti.

Per approfondire: Questa è la storia di uno di noi.

Leggi anche: tre storie di infortunio raccontate dal DoRS.

TORINO – Sono tre le nuove storie di infortunio pubblicate nell’apposita sezione del DoRS, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della regione Piemonte, dedicata a raccogliere la ricostruzione di alcuni infortuni oggetto di inchiesta da parte dei servizi PreSAL delle ASL piemontesi.

Le diverse storie raccontano, a volta sotto forma di cronaca e a volta sotto forma di racconto, la concatenazione degli eventi che hanno portato all’infortunio: che cosa è successo, chi era coinvolto, dove e quando è occorso l’incidente, come e perché. Obiettivo di questa analisi è trarre indicazioni su come sarebbe stato possibile evitare quell’incidente, le soluzioni preventive in materia di sicurezza delle attrezzature e delle procedure che avrebbero potuto o dovuto essere adottate.

“Una “culla” pericolosa”, storia n.8, è la storia di un operaio morto perché schiacciato dallo scivolamento di pezzi di lamiera presso la linea di taglio dove stava operando. La storia evidenzia la mancanza di alcune fondamentali misure di sicurezza atte a bloccare automaticamente il processo nel caso sia necessario operare un intervento straordinario, l’assenza di dispostivi di bloccaggio dei pezzi, la necessità di rendere più stabili i piani di lavoro e più sicuro il piano di calpestio che presentava varchi scoperti.

La storia n. 7: “Aria pesante al centro commerciale” racconta un episodio di intossicazione da monossido di carbonio che ha coinvolto sedici lavoratori di una grande catena commerciale.
I lavoratori, incaricati dell’apertura dell’esercizio, sono stati esposti per alcune ore ai fumi tossici che fuoriuscivano da
crepe nella camera di combustione e venivano diffusi nei locali dall’impianto di ventilazione. La lunga esposizione di questi lavoratori ne ha causato l’intossicazione mentre clienti del locale e altri colleghi esposti per un tempo minore non hanno accusato malore.
Le indagini hanno messo in luce la pericolosità di impianti di trattamento aria in cui combustione e ventilazione fano parte dello stesso sistema. Laddove non sia possibile sostituire questi impianti con altri più sicuri si evidenzia la necessità di sottoporli frequentemente a ispezioni visive e tecniche che ne verifichino la piena funzionalità e sicurezza.

Infine la storia n. 6: “La scintilla che toglie la vita”, descrive un incendio che ha investito quattro lavoratori presso il reparto stampa e laccatura di un’azienda che produce imballaggi per alimenti.
Causa dell’infortunio in cui un operaio ha perso la vita è stato lo sprigionamento di vapori da una grossa quantità di vernice sversata.
Il tragico episodio ha mostrato la necessità di valutare con ancora più rigore tutte le possibili situazioni di rischio di formazione di atmosfere esplosive e la pericolosità delle operazioni di travaso che devono essere condotte da personale dedicato e in locali appositamente adibiti.
Per approfondire: Questa è la storia di uno di noi

TORINO  – Sono tre le nuove storie di infortunio pubblicate nell’apposita sezione del DoRS, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della regione Piemonte, dedicata a raccogliere la ricostruzione di alcuni infortuni oggetto di inchiesta da parte dei servizi PreSAL delle ASL piemontesi.

Le diverse storie raccontano, a volta sotto forma di cronaca e a volta sotto forma di racconto, la concatenazione degli eventi che hanno portato all’infortunio: che cosa è successo, chi era coinvolto, dove e quando è occorso l’incidente, come e perché. Obiettivo di questa analisi è trarre indicazioni su come sarebbe stato possibile evitare quell’incidente, le soluzioni preventive in materia di sicurezza delle attrezzature e delle procedure che avrebbero potuto o dovuto essere adottate.

“Una “culla” pericolosa”, storia n.8, è la storia di un operaio morto perché schiacciato dallo scivolamento di pezzi di lamiera presso la linea di taglio dove stava operando. La storia evidenzia la mancanza di alcune fondamentali misure di sicurezza atte a bloccare automaticamente il processo nel caso sia necessario operare un intervento straordinario,  l’assenza di dispostivi di bloccaggio dei pezzi, la necessità di rendere più stabili i piani di lavoro e più sicuro il piano di calpestio che presentava varchi scoperti.

La storia n. 7: “Aria pesante al centro commerciale” racconta un episodio di intossicazione da monossido di carbonio che ha coinvolto sedici lavoratori di una grande catena commerciale.
I lavoratori, incaricati dell’apertura dell’esercizio, sono stati esposti per alcune ore ai fumi tossici che fuoriuscivano da crepe nella camera di combustione e venivano diffusi nei locali dall’impianto di ventilazione. La lunga esposizione di questi lavoratori ne ha causato l’intossicazione mentre clienti del locale e altri colleghi esposti per un tempo minore non hanno accusato malore.
Le indagini hanno messo in luce la pericolosità di impianti di trattamento aria in cui combustione e ventilazione fano parte dello stesso sistema. Laddove non sia possibile sostituire questi impianti con altri più sicuri si evidenzia la necessità di sottoporli frequentemente a ispezioni visive e tecniche che ne verifichino la piena funzionalità e sicurezza.

Infine la storia n. 6: “La scintilla che toglie la vita”, descrive un incendio che ha investito quattro lavoratori presso il reparto stampa e laccatura di un’azienda che produce imballaggi per alimenti.
Causa dell’infortunio in cui un operaio ha perso la vita è stato lo sprigionamento di vapori da una grossa quantità di vernice sversata.
Il tragico episodio ha mostrato la necessità di valutare con ancora più rigore tutte le possibili situazioni di rischio di formazione di atmosfere esplosive e la pericolosità delle operazioni di travaso che devono essere condotte da personale dedicato e in locali appositamente adibiti.

Per approfondire: Questa è la storia di uno di noi

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