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Dalle ispezioni ai controlli: il ministero del lavoro punta sulla qualità.

ROMA – Diramata lo scorso 15 marzo la circolare 3472 con la quale si dà attuazione a quanto annunciato dal ministro Sacconi al convegno “Il contrasto al lavoro sommerso: le implicazioni sul piano della legislazione sociale, fiscale e previdenziale”, organizzato dalla Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a febbraio scorso.

Con questa nota il Ministero intende dare un nuovo corso e maggiore forza all’attività ispettiva perseguendo l’obiettivo di raggiungere risultati qualitativamente apprezzabili. E’ infatti intenzione del ministero non tanto effettuare il più alto numero di ispezioni possibili ma far sì che queste siano effettuate in modo approfondito e siano efficaci nel rilevare le irregolarità che riguardano:

  • lavoro nero;
  • sicurezza nei luoghi di lavoro;
  • corretta qualificazione dei rapporti di lavoro;
  • false prestazioni nel settore agricolo;
  • appalti illeciti;
  • stranieri irregolari;
  • elusione contributiva;
  • lavoro minorile.

Il ministero, attivando rapporti di cooperazione anche con gli altri soggetti pubblici interessati intende promuovere il passaggio dall’ispezione al controllo. L’ispezione è per lo più un’attività di polizia che punta ad individuare inadempienze e irregolarità, a attribuirne le responsabilità e a sanzionarne i trasgressori. Il controllo è un’azione di più ampio raggio che si pone l’obiettivo di individuare situazioni tendenzialmente patologiche laddove intervenire per contrastare l’irregolarità anche prima che si verifichi.
Saranno sottoposte a azioni di controllo le realtà più a rischio e cioè i settori dell’edilizia, dell’agricoltura e degli esercizi pubblici, dove è alto l’impiego irregolare di lavoratori stranieri e non, eludendo totalmente la normativa fiscale, contributiva e sulla salute sicurezza dei lavoratori.
I lavori eseguiti in regime di appalto saranno anche controllati approfonditamente dedicando particolare attenzione a individuare eventuali responsabilità solidali negli appalti pubblici.

Cooperative ed imprese associate saranno anche oggetto di verifica annuale ma lo sforzo più grosso sarà fatto nel settore tecnico dell’edilizia, dove la gravità e ricorrenza degli infortuni rileva una situazione ad alta criticità.
La vigilanza dei cantieri dovrà avere come oggetto la verifica della corretta gestione della sicurezza per i lavoratori, la regolarità contributiva, e la trasparenza e correttezza nelle procedure di appalto.
Gli accertamenti verranno effettuati per il 5% in cantieri grandi, che realizzano opere che superano i 10 milioni di euro e per il 5% in cantieri medi che effettuano lavori da 1 a 10 milioni di euro. Il restante 65% degli accertamenti sarà effettuate in cantieri piccoli, quelli che spesso sfuggono alle attività di controllo e dove la gestione della sicurezza può facilmente essere trascurata.

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