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Conferenza Stato-Regioni, nuove Linee guida prevenzione e controllo legionellosi

ROMA – Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi. La Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 ha approvato le nuove linee guida sulla legionellosi, che riuniscono gli esistenti documenti riguardanti la prevenzione, le strutture ricettive e i laboratori, pubblicati nel 2000 e nel 2005.

Linee guida Legionella

Tre sono i documenti che ora trovano sintesi nelle nuove indicazioni fornite dalla Stato- Regioni:

Vengono ora raccolti in maniera sistematica e aggiornati assecondando le nuove conscenze e le recenti ricerche scientifiche.

La legionellosi

Legionellosi è la definizione di tutte le forme morbose causate da batteri Gram-negativi aerobi del genere Legionella”. “Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali […] creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana”.

Il nuovo testo guida della Conferenza Stato-Regioni riporta una lunga disamina dei fattori di rischio, delle modalità di trasmissione, dei luoghi, della frequenza della malattia, del trattamento sanitario e clinico che alle patologie viene riservato.

La frequenza per Regioni fino al 2013, i fattori di rischio nei casi di legionellosi comunitaria, legionellosi associata ai viaggi, legionellosi nosocomiale. La sorveglianza epidemiologica, le indagini epidemiologiche. La progettazione e la realizzazione degli impianti, sanitari, aeraulici, raffreddamento. Le prese d’aria, i filtri i sistemi di umidificazione.

Hotel, impianti termali, sanità

Quindi il protocollo di controllo del rischio legionellosi. È qui che la guida si occupa della valutazione dei rischi nelle strutture turistico-ricettive, negli stabilimenti termali, e inoltre nelle strutture sanitarie.

“Per un’efficace prevenzione è d’obbligo che il gestore di ogni struttura turistico-recettiva
effettui con periodicità (biennale, preferibilmente annuale) la valutazione del rischio
legionellosi, ovvero del rischio che nella struttura possano verificarsi uno o più casi di malattia.

La valutazione deve essere effettuata da una figura competente, responsabile dell’esecuzione di tale attività (ad es. igienista, microbiologo, ingegnere con esperienza specifica, ecc.).

La valutazione del rischio è fondamentale per acquisire conoscenze sulla vulnerabilità degli impianti in termini di:

  • potenziali di proliferazione batterica al loro interno e di esposizione ad aerosol d‟acqua che essi possono determinare;
  • stima del possibile impatto potenzialmente causato dagli impianti sulla salute dei loro utenti e, più in generale dei frequentatori (lavoratori compresi);
  • definizione ed implementazione delle contromisure adeguate a mitigare il rischio, con un impegno di sforzi e risorse commisurati al potenziale impatto”.

Testo unico sicurezza sul lavoro

Prevenzione e vigilanza in ambienti di vita e di lavoro. Una parte da segnalare del recente documento riguarda infine in dettaglio il rischio legionellosi associato alle attività professionali.

Viene ricordato che: “Come riportato nel D. Lgs 81/2008 e successive modifiche e integrazioni, il rischio di esposizione a Legionella in qualsiasi ambiente di lavoro richiede l’attuazione di tutte le misure di sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti considerando che al Titolo X del suddetto D. Lgs 81/2008 la Legionella è classificata al gruppo 2 tra gli agenti patogeni”.

Le misure di sicurezza si dovranno realizzare a seguito del procedimento di valutazione del
rischio, indicato sempre al menzionato Titolo X e si dovranno attuare in conformità ai disposti del Titolo I (del citato Decreto Legislativo) riferendosi a quanto riportato negli Artt. 15 e 18″.

Due le categorie professionali particolarme analizzate: gli operatori sanitari e il settore odontoiatrico.

“Dato il numero elevato, non è qui possibile elencare tutte le attività lavorative che possono presentare un rischio di legionellosi: d’altra parte la frequenza di questa patologia nei luoghi di lavoro non può essere facilmente stimata in quanto non sono disponibili statistiche”.

In ogni caso ricordiamo ancora, in base all’ ‟Art. 271, il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare il rischio legionellosi presso ciascun sito di sua responsabilità e, di conseguenza, deve:

  • effettuare la valutazione del rischio legionellosi, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili sulle caratteristiche dell‟agente biologico e sulle modalità lavorative che possano determinarne l‟esposizione;
  • adottare misure protettive e preventive in relazione al rischio valutato;
  • revisionare la valutazione del rischio legionellosi in occasione di modifiche significative dell‟attività lavorativa o degli impianti idrici od aeraulici o qualora siano passati 3 anni dall‟ultima redazione (fanno eccezione quelle tipologie di strutture per cui è richiesto un più frequente aggiornamento della valutazione del rischio: strutture sanitarie, termali);
  • se la valutazione mette in evidenza un rischio per la salute o la sicurezza dei lavoratori, adottare misure tecniche, organizzative, procedurali ed igieniche idonee, al fine di minimizzare il rischio relativo;
  • adottare misure specifiche per le strutture sanitarie e veterinarie, per i laboratori e per i processi industriali;
  • adottare specifiche misure per l‟emergenza, in caso di incidenti che possono provocare la dispersione nell‟ambiente dell‟agente biologico;
  • adottare misure idonee affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano una formazione sufficientemente adeguata”.

Indice

Questo l’indice del volume:

  • Glossario;
  • Premessa;
  • Aspetti generali;
  • Sorveglianza e indagine epidemiologica;
  • Protocollo di controllo del rischio legionellosi;
  • Metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico;
  • Indicazioni per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti;
  • Rischio legionellosi associato ad attività professionale;
  • Bibliografia;
  • Allegato 1: specie e sierogruppi di legionella;
  • Allegato 2: ricerca di legionella in campioni di origine umana;
  • Allegato 3:campionamento di matrici ambientali per la ricerca di legionella;
  • Allegato 4: ricerca e quantificazione di legionella in campioni;
  • Allegato 5: identificazione e conservazione di legionella;
  • Allegato 6: ricerca di legionella in campioni ambientali mediante real-time pcr;
  • Allegato 7: revisione circolare 400.2/9/5708 del 29/12/93;
  • Allegato 8: elenco dei laboratori regionali di riferimento per la legionellosi;
  • Allegato 9: modulo a eldsnet;
  • Allegato 10: modulo b eldsnet;
  • Allegato 11: questionario per l’indagine di focolai epidemici;
  • Allegato 12: lista di controllo per il sopralluogo di valutazione del rischio legionellosi;
  • Allegato 13: metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico.

Info: linee guida prevenzione e controllo legionellosi 

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