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ISPRA, pubblicato “Rapporto sui rifiuti speciali 2011”

ROMA – Disponibile online sul sito dell’ISPRA, Istituto superiore per la Protezione  e la Ricerca ambientale, il “Rapporto sui rifiuti speciali edizione 2011”.

Nel 2009 la produzione di rifiuti speciali, e cioè quelli prodotti da attività agricole e agro-industriali, dalle attività di demolizione, costruzione, da lavorazioni industriali e artigianali, dalle attività commerciali e di servizio, e quelli derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, dalla potabilizzazione e trattamento delle acque e da attività sanitarie, è diminuita del 7,3% rispetto all’anno precedente con una riduzione di 10,1 tonnellate di rifiuti speciali prodotti. Tra questi in proporzione è più  forte la diminuzione dei rifiuti speciali pericolosi (8,6%) che di quelli non pericolosi (7,1%)

Gli esperti ravvisano nella crisi economica e nella diminuzione del PIL la causa di questa riduzione: la produzione di beni si è fermata e con loro anche la produzione di rifiuti.

Il rapporto illustra tutti i dati pervenuti in merito a origine dei rifiuti speciali e loro gestione.

I rifiuti speciali non pericolosi sono stati prodotti in grande parte da costruzioni e demolizioni (49,8% del totale ) e da attività manifatturiere (25,8%). Il 16, 9% è invece il dato riferito alla quantità di rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento.

I rifiuti speciali pericolosi per oltre la metà del totale (52,9%) sono stati prodotti dal settore manifatturiero. Il 71,4% (3,9 milioni di tonnellate) dei rifiuti pericolosi prodotti da questo settore deriva dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, articoli in gomma e materie plastiche.

A questi si aggiunge una fetta pari al 22,7% attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, in cui vano conteggiate le auto inviate demolizione  (1,6 milioni di tonnellate di veicoli ).

Il rapporto quindi procede a illustrare come sono state trattate le oltre 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia nel 2009, di cui il 93% del totale non pericolosi e il 7% (9,5 milioni di tonnellate) pericolosi:

  • il 57,5% è stato avviato al recupero di materia;
  • il 15,6% al trattamento chimico, fisico e biologico e ricondizionamento dei rifiuti prima dello smaltimento;
  • il 9,6% dei rifiuti è finito in discarica.

Per i rifiuti non pericolosi la più grande parte 69,6 milioni di tonnellate, è stata avviata a recupero di materia, mentre 6,5 milioni di tonnellate sono state destinate allo spargimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura e dell’ecologia. 18 milioni di tonnellate di rifiuti sono state messe in riserva per procedere successivamente a operazioni di recupero. Infine 29,4 milioni di tonnellate sono andate allo smaltimento. Di queste 12,4 milioni sono finite in discarica.

Queste invece le cifre che riguardano il tipo di gestione per i rifiuti pericolosi: lo smaltimento ha interessato circa il 78% del totale di rifiuti pericolosi (7,4 milioni di tonnellate) di cui il 72% è stato sottoposto trattamento chimico fisico e l’ l’8,2% dei rifiuti è stato smaltito in discarica. La restante frazione di rifiuti pericolosi è stato inviato a recupero. Di questa frazione:

  • 602 mila tonnellate sono state trattate con processi di riciclo e recupero dei metalli;
  • 239 mila tonnellate, a processi di  riciclo e recupero di sostanze organiche;
  • 228 mila tonnellate sono state sottoposte a “riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche”.

Infine il 5% del totale dei rifiuti speciali è stato esportato all’estero, soprattutto in Germania, e 3,4 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati importati.

Focalizzando l’attenzione sullo smaltimento in discarica si rileva che il numero delle discariche attive nel 2009 è minore di quelle del 2008 di 65 unità. Sul territorio nazionale nel 2009 sono presenti 506 discariche per rifiuti speciali, così suddivise: 239 discariche per rifiuti inerti, 257 discariche per rifiuti non pericolosi e 10 discariche per rifiuti pericolosi. I rifiuti speciali inviati a discarica nel 2009 sono stati 13 milioni di tonnellate, il 25% in meno dell’anno precedente.

I dati rilevano al proposito delle forti differenze territoriali: al sud la riduzione di conferimento in discarica è stato del 45%, al nord del 29% mentre al centro, a causa dei lavori di realizzazione della nuova linea della metropolitana di Roma il con ferimento di rifiuti speciali in discarica è aumentato dell’8%.

Per i rifiuti speciali inceneriti nel 2009 si è registrata una flessione del 14% rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati avviati a incenerimento oltre 939mila tonnellate di rifiuti speciali di cui:

  • 242mila tonnellate di  rifiuti pericolosi;
  • 161mila tonnellate di rifiuti sanitari;
  • 537mila tonnellate di non pericolosi.

Riguardo al recupero energetico, nel 2009, nei 529 impianti industriali in esercizio che utilizzavano i rifiuti speciali come fonte di energia sono stati utilizzate circa 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti, il 7% in meno dell’anno precedente.

Infine in controtendenza con le altre tipologie di rifiuti speciali, per quanto riguarda i RAEE, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche la produzione è aumentata del 13%.

Per approfondire: Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2011.

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