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Gioco d’azzardo patologico e assistenza, relazione Conferenza Regioni Province

ROMA – Approvata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nella seduta del 19 aprile 2012 una relazione sul gioco d’azzardo patologico. Una relazione con la quale la conferenza intende contribuire all’indagine conoscitiva sul tema indetta dalla “XII commissione della Camera dei deputati”.

Il fenomeno del gambling patologico. Sono molti i cittadini che di fronte  a momenti di crisi e difficoltà economica o di perdita del lavoro tentano la fortuna in cerca di risorse finanziarie. Il meccanismo del gioco d’azzardo però, soprattutto in persone disagiate e spesso soggette ad altre dipendenze ( quali alcol, fumo e altre sostanze stupefacenti), può facilmente innescare meccanismi che portano il soggetto e la sua famiglia in situazione di grave disagio, di rischio per la salute e l’impedimento del regolare svolgimento della vita sociale e lavorativa.

Il documento stilato dalla Conferenza delle Regioni mette in luce l’intrinseca contraddizione che si viene a creare di fronte a questo problema. Il gioco è autorizzato dallo Stato che attraverso la sua tassazione percepisce un gettito  di circa 80 miliardi di euro, ma allo stesso tempo il dilagare di questo fenomeno  sta determinando l’insorgere di un grave problema sociale cui lo Stato stesso deve far fronte.

Al momento non esiste legge che definisca il “Gioco d’azzardo patologico” come un problema di salute. Di conseguenza questo fenomeno non è inserito nei livelli di assistenza essenziali che sono in carico al Servizio sanitario nazionale: non ricade sullo Stato la responsabilità della cura. La legge finanziaria 2011 però ha stabilito per la prima volta l’esistenza di “fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo” necessitanti la definizione di apposite “linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo”.

La prevenzione, la cura e l’assistenza alle persone con problemi da gioco d’azzardo patologico (GAP) e dei loro familiari, sono però state lasciate alla sensibilità di alcuni amministratori regionali e di professionisti del settore, sia appartenenti alle Aziende Sanitarie Locali che al privato sociale (Associazioni, Comunità, gruppi di mutuo-auto-aiuto, etc.). Sono diversificate e non coordinate però le iniziative intraprese e non adeguate a una reale presa in carico del problema.

Pertanto, con il documento in oggetto, la Conferenza Stato Regioni “ritiene improcrastinabile dotare le Regioni di strumenti legislativi e finanziari che consentano alle stesse di programmare, pianificare e organizzare servizi e interventi sia sociali che sanitari capaci di attuare percorsi di cura e assistenza ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari (il diritto alla cura, come già sottolineato dall’articolo 32 della Costituzione, assimilando le misure che già sono in vigore nel campo delle dipendenze, anche a questo tipo di patologia: diritto alla cura, diritto al mantenimento del posto di lavoro, diritto di usufruire dei benefici di legge, etc.)”.

Per approfondire: Dipendenza da gioco d’azzardo: relazione delle Regioni.

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