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Gli agricoltori ‘della domenica’ rischiano di più, lo dimostrano i dati della CIA

ROMA – Anche se gli infortuni in agricoltura in 10 anni hanno subito una costante diminuzione, fino ad attestarsi ad  un meno 35% rispetto al 2001, la loro incidenza è ancora troppo elevata. Per capire meglio il fenomeno può essere interessante un’analisi stata effettuata da Domenico Brugnoni,  vicepresidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, e presentata al  Roma Gasforum 2010 – Global Agricultural Safety Forum, che ha messo in rilievo anche le notevoli differenze a seconda della tipologia degli infortunati. Secondo l’analisi effettuata dalla CIA, infatti, mentre per i lavoratori dipendenti gli infortuni dovuti all’uso di macchine agricole raggiungono una percentuale del 6%  di cui quelli causati dalle trattrici costituiscono circa i due terzi, nei lavoratori  autonomi gli infortuni dovuti a macchine triplicano sfiorando il 19 per cento, di cui circa il 12 per cento causati dalle trattrici.
Per la Cia, in questo momento di crisi le aziende agricole si trovano in estrema difficoltà ad effettuare nuovi investimenti in macchine con caratteristiche di sicurezza più elevate. Ma c’è anche un altro mondo di agricoltori “part time”, spesso dilettanti o spesso anziani contadini, quelli che potremmo chiamare ‘gli agricoltori della domenica’ che nelle campagne hanno a loro disposizione soprattutto vecchi trattori, di cui fanno un uso sporadico. E perciò sono macchine dove gli strumenti di sicurezza sono del tutto assenti e che, per il costo elevato dell’investimento rispetto all’uso possibile, non vengono sostituite.
Un mondo, perciò, difficile da aggredire anche con le ricette della Cia che potrebbero avere un effetto per quanti dell’agricoltura fanno la loro attività fondamentale; un mondo che probabilmente andrà a sparire col passare del tempo ma che nel frattempo miete vittime ogni giorno.
Per le “vere”aziende agricole potrebbero essere utili, come sostiene la Cia, azioni sul versante della semplificazione e della premialità. Quanto alla prima, per l’organizzazione agricola, si dovrebbe giungere ad una normativa ad hoc per l’agricoltura che tenga conto delle differenze col mondo industriale che fino ad ora costituisce il modello su cui vengono pensate le norme per la prevenzione degli infortuni.
Quanto alla premialità, per la Cia si dovrebbero operare riduzioni del costo del lavoro per le aziende che si dimostrano virtuose in tema di sicurezza sul lavoro, un percorso che dovrebbe essere stimolato ed accompagnato da azioni di consulenza fin tanto che gli imprenditori, secondo quanto sostiene la CIA, non sentiranno spontaneamente la responsabilità che comporta avere in carico la vita propria e di chi opera in azienda.

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