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Sostanze chimiche, 30 novembre scade il termine per la registrazione (regolamento REACH)

ROMA – La scadenza del 30 novembre, data di entrata in vigore di tutte le norme previste dal regolamento REACH, si avvicina. Per quella data le imprese avranno dovuto effettuare la registrazione sia per le sostanze chimiche ad elevato volume di produzione e sia per quelle ad alto rischio, soprattuto quelle pericolose per salute dei lavoratori.
Per dare soluzione a problemi pratici e agevolare l’operato dell’industria, in particolare delle PMI, sono state introdotte importanti novità. A Helsinki, sede dell’ECHA, Agenzia europea per la Chimica, i Commissari europei all’industria Antonio Tajani e il suo collega all’ambiente Janez Potočnik hanno annunciato la strategia per l’identificazione e la gestione delle sostanze estremamente problematiche, mettendo a disposizione tutti i dettagli in tutte le lingue comunitarie, italiano compreso.

Si deve inoltre dare un riconoscimento agli sforzi compiuti dall’industria. La scadenza è molto vicina ed è un esercizio complesso definire e gestire il lavoro nell’ambito dei forum per lo scambio di informazioni sulle sostanze nell’ambito dei quali le imprese mettono in comune i dati sulle sostanze chimiche, ai fini della loro registrazione.

Tocca a fabbricanti e importatori informare su come gestiscono il rischio delle sostanze chimiche, per poter continuare la loro produzione e la commercializzazione.
Si ritiene che siano interessate circa 9.000 sostanze. Un sistema di scambio di informazione tra i produttori agevolerà il compito, in particolare alle PMI, e ridurrà la necessità, ad esempio di test sugli animali.
Un gruppo di contatto sui problemi delle imprese è stato creato in vista della scadenza del 30 novembre, per risolvere gli eventuali problemi pratici. Del gruppo fanno parte le autorità pubbliche ma anche i rappresentanti dell’industria e delle PMI.
Si è anche raggiunto un accordo per la definizione dei criteri per l’identificazione delle sostanze persistenti, bioaccumulanti e tossiche ovvero persistenti ed bioaccumulanti.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l’industria e l’imprenditoria, assieme a Janez Potočnik, commissario responsabile per l’ambiente, hanno affermato: “La nostra industria chimica deve essere sostenibile. Ci rivolgiamo perciò a tutte le imprese interessate sollecitandole a inoltrare i loro incartamenti completi e in tempo utile. Ciò che chiediamo alle imprese è un compito oneroso, ma si tratta anche di un investimento che si ripagherà da solo poiché servirà a consolidare il ruolo guida dell’industria chimica europea. Le ricadute si tradurranno in una maggiore competitività, in una più intensa innovazione e in un maggior numero di posti di lavoro per i cittadini europei in un ambiente più pulito e più sano.”

Fino ai primi giorni di settembre erano stati presentati all’ECHA, Agenzia Europea per le sostanze chimiche 4000 incartamenti con un tasso d’incremento piuttosto accelerato. Le imprese sono ora invitate ad affrettarsi per completare i loro dossier e presentarli quanto prima. I dichiaranti capofila sono incoraggiati a procedere alla registrazione con anticipo sulla scadenza, in modo di disporre di un margine di sicurezza in caso sorgessero problemi con le loro registrazioni. Le imprese devono presentare i loro fascicoli per via elettronica tramite lo strumento REACH-IT.

La Commissione e l’ECHA fanno tutto quanto in loro potere per aiutare l’industria in questo frangente. Un gruppo di funzionari d’alto livello della Commissione, dell’ECHA e delle associazioni industriali si è adoperato con successo per rendere più agevole il processo di registrazione.
Il processo di registrazione non interessa soltanto l’industria chimica, ma anche operatori che non appartengono direttamente al settore chimico come ad esempio quelli delle industrie metallurgiche o del tessile.

Un altro aspetto è quello delle sostanze estremamente problematiche e rischiose nella lista figurano attualmente 29 sostanze, ma entro il 2012 dovrebbero diventare 106, in accordo con le autorità nazionali. Una volta inserita una sostanza nell’elenco, scatta l’obbligo per il fabbricante di fornire informazioni sulla sostanza, ad esempio sui prodotti che la contengono. Tali informazioni devono riguardare l’intera filiera della fornitura, dal fabbricante al consumatore finale. Un’autorizzazione specifica è comunque sempre prevista per produrre o vendere queste sostanze.

La classificazione è essenziale per determinare se una sostanza chimica sia pericolosa per la salute e l’ambiente e serve a stabilire le informazioni da apporre sulle etichette dei prodotti che i lavoratori e i consumatori usano.
È importante notare che le notifiche devono essere inviate anche per piccole quantità di sostanze chimiche. Ciò significa che un numero molto maggiore di imprese è chiamato in causa, comprese anche le PMI.

Guida introduttiva al regolamento CLP

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