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Amianto, i capi di accusa a Torino nell’inchiesta sui marinai deceduti

TORINO – Chiuse le indagini e formulate le accuse nel processo riguardante la morte di 223 marinai causata da mesotelioma associabile all’esposizione all’amianto. Mentre si attende la riapertura del maxi processo Eternit, prevista per la fine di settembre e per il quale lo scorso luglio sono stati formulati i capi di accusa e registrate le richieste delle parti civili, sono ancora l’amianto e l’accertamento delle morti da esso causate nell’attività del sostituto procuratore Raffaele Guariniello e dalla Procura di Torino.

La causa in questione e per la quale si è recentemente conclusa un’inchiesta durata due anni riguarda il decesso di 223 marinai, professionisti e di leva, causato da mesotelioma pleurico o peritoneale ricondotto e connesso dalla Procura alla presenza di amianto sulle navi della Marina militare, a bordo delle quali gli uomini avevano prestato servizio.

L’inchiesta coordinata da Guariniello si è conclusa con l’iscrizione nel registro degli indagati di una dozzina di capi di Stato Maggiore e vertici della Marina che hanno prestato servizio fino agli anni  ’90. Per gli indagati il capo di accusa, le ipotesi di reato sono disastro colposo e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Capi di accusa che parafrasando imputerebbero agli indagati la responsabilità di non aver operato al fine di proteggere i marinai dall’esposizione.

Gli investigatori della procura hanno raccolto e analizzato i dati riguardanti le morti sospette, ricostruendo le storie lavorative e sanitarie precedenti ognuna di esse, l’impiego dei marinai sulle diverse navi, la presenza di amianto sulle imbarcazioni e le azioni di bonifica effettuate. Si attende ora l’inizio del dibattimento.

In chiusura, ancora per quanto riguarda l’amianto e la Procura di Torino, lo stesso sostituto procuratore Guariniello ha disposto la scorsa settimana la chiusura di un cantiere in cui due operai sono stati trovati a contatto con il materiale senza le dovute precauzioni. Il titolare del cantiere, G.M., conosciuto nel torinese come il “re degli alloggi” è stato inserito nel registro negli indagati in stato di libertà e verrà chiamato a rispondere all’accusa di omissione di cautele antinfortunistiche.

Per gli articoli rigurdanti il processo Eternit: Eternit parti civili, 60 mln da cittadini Cavagnolo e Casale Monferrato

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