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Alcol e problemi alcolcorrelati, relazione min. Salute in Parlamento

ROMA – Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha trasmesso ai presidenti di Camera e Senato l’ “VIII Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in attuazione della legge-quadro 125/2001 in materia di alcol e problemi correlati al consumo di alcol”.

La relazione si riferisce agli interventi effettuati nel corso degli anni 2009 e 2010, con aggiornamento al 2011 per quanto attiene agli interventi del Ministero della Salute.

Il documento si sviluppa in più di duecento pagine e, a partire dall’illustrazione del quadro epidemiologico, espone tutti gli aspetti legati al consumo di alcol, ai problemi alcol correlati e agli intereventi di prevenzione e cura: dalla spesa farmaceutica, alla strutturazione dei servizi e ai progetti di prevenzione realizzati sia su scala nazionale che regionale.

A livello prettamente sanitario la relazione mette in luce due dati positivi: sono in diminuzione le morti causate da patologie alcol correlate e sono sempre di più le persone che si sottopongo a percorsi terapeutici di recupero e disintossicazione, ma il quadro epidemiologico evidenzia nuove emergenze e obiettivi da raggiungere per prevenire e ridurre i danni legati all’abuso dell’alcol nella popolazione italiana.

Quella che emerge dalla relazione in merito al consumo di alcol in Italia è una situazione in rapido cambiamento per fascia d’età dei consumatori, per sostanze alcoliche più diffuse e per abitudini al consumo diverse: nell’ultimo decennio è fortemente aumentato il consumo di alcol tra i giovani, è diffusa  l’abitudine al consumo, oltre che di vino, anche di birra, superalcolici, aperitivi e amari e si è affermata l’abitudine di bere fuori pasto e con frequentazioni occasionali.

Sono 8.600.000 le persone in Italia che assumono alcolici senza rispettare i limiti posti dalle agenzie della salute: il 25,4%  degli uomini e il 7,3% delle donne della popolazione nazionale di età superiore agli 11 anni.

Anche se l’Italia a livello europeo si pone nei posti più bassi  per consumi di alcol e ai posti più alti per numero di astemi l’abuso di alcol rappresenta un problema sanitario e sociale di rilievo.

Particolarmente preoccupante appare la situazione riscontrata nel mondo giovanile dove sono significativamente aumentati i consumi fuori pasto e modificate le abitudini al consumo. Nella fascia di età 18-24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. Nella fascia dei giovanissimi negli ultimi quindici anni il numero delle ragazze che consumano alcol fuori pasto è quasi triplicata.

Molto diffusa tra i giovani è la pratica del “binge drinking” vale a dire il consumo di numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo che nel 2010 ha riguardato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne.  Si tratta di abitudini che oltre alla salute del bevitore mettono a rischio la sicurezza sociale soprattutto quando si legano a situazioni in cui il bevitore si mette alla guida o svolge una attività lavorativa e può quindi essere causa di incidenti gravi che possono anche coinvolgere altre persone.

Fenomeni come il “binge drinking” nei giovani possono poi legarsi ad assenze scolastiche , peggioramento delle prestazioni, aggressività, violenza, deterioramento delle relazioni sociali e influenze negative sullo sviluppo cognitivo e emotivo. Infine va rilevato l’alcol tra i giovani è spesso assunto a fine di sballo e per ricercare l’ubriachezza. In questi contesti all’alcol vengono spesso abbinate altre sostanze psicoattive che amplificano esponenzialmente i danni fisici e espongono i ragazzi un alto numero di rischi.

“Tutti questi problemi richiedono interventi adeguati che il Ministero ha cercato di promuovere negli ultimi anni tramite specifici programmi, piani di azione e progetti. Si rendono necessari approcci di prevenzione diretti sia alla popolazione generale che alle diverse fasce di popolazione a rischio in relazione all’età, al genere e alle altre variabili sociodemografiche influenti. È necessario informare e sensibilizzare più capillarmente la popolazione adulta sui rischi derivanti dall’uso dannoso di alcol, tenendo conto che la propensione al consumo appare positivamente correlata a più alti livelli di scolarizzazione e che nei genitori essa si correla ad una analoga propensione nei figli più giovani. […] Appare necessario rafforzare tra i giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere in contesti significativi quali la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport; ma anche sensibilizzare i settori della distribuzione e vendita di bevande alcoliche sulla particolare responsabilità che il loro ruolo comporta in relazione ai giovani.[…] È anche necessario programmare efficaci interventi di intercettazione precoce del consumo giovanile a rischio, accompagnandoli con appropriati interventi di sostegno e motivazione al cambiamento, secondo la strategia già sperimentata a livello internazionale ed europeo e recepita nel nuovo Piano Sanitario Nazionale.”

Per approfondire: Relazione annuale al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati.

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