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260 mila ragazzi coinvolti nel lavoro minorile in Italia, indagine Save the Children

ROMA – Il lavoro minorile in Italia coinvolge 260 mila ragazzi tra i 7 e i 15 anni, 1 minore su 20. Questi i primi dati dell’indagine Lavori ingiusti presentati da Save the Children e Ministero della Giustizia ieri a Roma, in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, alla presenza del ministro Andrea Orlando e del presidente di Save the Children Italia Claudio Tesauro.

Il 7% dei ragazzi e delle ragazze tra i 7 e i 15 anni in Italia è coinvolto nel lavoro, macro dato che racchiude un aspetto sul quale l’indagine si è concentrata in modo particolare, quello dei ragazzi che stanno scontando una condanna penale. “Una larga parte dei minori che al momento sta scontando una condanna penale, ha alle spalle mesi o anni di lavoro svolto sotto i 16 anni. Una quota significativa di essi ha lavorato addirittura a 11-12 anni e in condizioni di grave sfruttamento e pericolo, per tante ore di seguito e di notte, fuori della cerchia familiare. Ristorazione, vendita, edilizia, agricoltura e allevamento, meccanica alcuni dei principali settori di impiego di questi giovanissimi”.

Lo studio ha interpellato la totalità dei ragazzi che si trovano in Istituti penitenziari minorili (Ipm), Comunità di accoglienza penale (Cpa), Comunità ministeriali, molti dei ragazzi in carico all’Ufficio di servizio sociale Minorile (Ussm).

Il 66% dei giovani nel circuito della giustizia minorile ha svolto attività lavorative prima dei 16 anni, più del 60% tra i 14 e i 15 anni, il 40% prima dei 13 anni e l’11% prima di aver compiuto 11 anni. 73% gli italiani, 27% stranieri.

Nel 66% dei casi il lavoro è stato motivato da spese per esigenze personali, nel 40% dall’aiuto alla propria famiglia. Il 60% dei ragazzi ha dichiarato di aver lavorato per altre persone, il 21% per i propri genitori, il 18% per altri familiari.

I settori lavorativi maggiormente citati sono: ristorazione (21%), vendita ( 17%), cantiere (11%), campagna (10%), officine meccaniche e i distributori di benzina (9%), attività artigianali (5%), fabbrica (3%), consegne a domicilio (2%). Il 71% dei giovani ha lavorato in modo continuativo, il 43% per più di 7 ore di seguito in una giornata, il 5% di sera o di notte.

Info: dati Lavori ingiusti.

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