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Economie emergenti e lavoro dignitoso, pubblicazione Ilo

GINEVRA – Pubblicato dall’Ilo il volume The labour markets of emerging economies: has growth translated into more and better jobs? che analizza il mercato del lavoro nelle economie emergenti.

L’opera analizza similitudini e differenze, tendenze e normative in una vasta gamma di economie emergenti e presenta studi di casi su quattro specifici paesi: Brasile, Indonesia, Sud Africa e Turchia.

“Sono stati compiuti progressi sulla riduzione della povertà” – afferma Sher Verick, senior employment specialist presso l’ufficio Ilo per l’Asia meridionale e co- autore del libro – “e la maggior parte dei paesi emergenti ha dimostrato di essere molto resistente alla crisi finanziaria globale. Tuttavia, la realtà che molti lavoratori affrontano è la mancanza di posti di lavoro dignitosi, lavoro informale e un accesso limitato a sistemi di protezione e sicurezza sociale”.

La maggior parte della creazione di occupazione nelle economie emergenti, non ha portato a posti di lavoro formali che consentono l’accesso ai diritti del lavoro e ai benefici della sicurezza sociale, non è assicurato l’accesso all’istruzione e alla formazione di alta qualità e spesso non c’è corrispondenza tra le competenze di chi cerca lavoro e chi lo offre.

La situazione sta però cambiando e negli ultimi decenni le economie emergenti stanno utilizzando progressivamente politiche del lavoro e sociali tra cui programmi di pubblico impiego, salari minimi e incentivi all’imprenditorialità e alla formazione.

Secondo gli autori le istituzioni possono svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento dei risultati del lavoro dignitoso nelle economie emergenti, il libro presenta quindi una serie di strategie che le stesse possono attuare, tra cui:

  • sostenere il lavoro autonomo e il passaggio all’economia formale attraverso maggiori incentivi (come ad esempio la tassazione progressiva, un migliore accesso alla sicurezza sociale, ecc.);
  • rafforzare l’attuazione e la rilevanza delle regole per aumentare la protezione dei lavoratori, senza ridurre la creazione di posti di lavoro da parte dei privati;
  • ampliare la rete di protezione sociale per migliorare la sicurezza del reddito dei lavoratori e delle loro famiglie;
  • migliorare l’accesso e la qualità dell’istruzione e della formazione, facendo in modo che i datori di lavoro siano coinvolti, al fine di ridurre gli squilibri e le carenze di competenze.

Per approfondire: The labour markets of emerging economies.

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