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Aias, si rinnovano le cariche: videointervista al presidente Giancarlo Bianchi

ROMA – Si rinnovano le cariche dell’Aias (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) per il trienio 2011-2013 e Quotidiano Sicurezza intervista l’attuale presidente, Giancarlo Bianchi, coordinatore della lista “Rinnovamento nella Continuità”, antagonista della lista “Sicurezza per tutti”dell’ingegner Rocco Sansone.

Siamo con Giancarlo Bianchi, presidente di Aias, un’associazione che si occupa di salute e sicurezza ambiente e luoghi di lavoro e che opera da moltissimi anni di sicurezza in ambito europeo. Le faccio la prima domanda. Quando nasce l’Aias e di cosa si occupa in particolare?

“L’Aias nasce nel 1975 eravamo 22 soci, oggi siamo 6.000 soci e siamo la più importante associazione tecnica professionale italiana che si occupa di sicurezza, salute,ambiente, risparmio energetico, security negli ambienti di lavoro e di vita. Siamo la più articolata a livello internazionale”.

A chi vi rivolgete in particolare, i vostri interlocutori chi sono?

“I nostri soci sono al 45% i responsabili dei servizi prevenzione e protezioni o gli addetti ai servizi prevenzione e protezioni delle aziende. Il 55% sono consulenti che, quotidianamente, vanno nelle aziende a fare le attività di prevenzione dai rischi, in maniera però professionale”.

Che tipo di servizio offrite?

“Noi offriamo 16 servizi a partire da un’iscrizione che prevede l’assicurazione legale contro le responsabilità legali, in più tutto un servizio on line con 36 siti integrati, facciamo circa 120 manifestazioni all’anno su tutto il territorio, abbiamo un comitato tecnico scientifico con 64 fra comitati e gruppi tecnici, facciamo documenti interni, per i soci, di riferimento applicativo, perché la nostra specializzazione è dare istruzioni operative applicabili ed efficaci ai nostri soci”.

Ho saputo che di recente il Presidente della Repubblica Napolitano che si occupa comunque tanto di tematiche legate alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, vi ha conferito una medaglia speciale. In che occasione e per quale motivo?

“Dato che noi nel nostro campo operiamo da 35 anni, quindi abbiamo avuto moltissime occasioni di mandare e avere il supporto da parte del Presidente della Repubblica, cioè il patrocinio per le nostre manifestazioni. A luglio del 2010 a Milano abbiamo fatto un convegno di tre giorni in collaborazione con l’Inail sulla sicurezza efficace, cosa vuol dire? Quali sono le migliori tecniche e metodologie applicative per rendere efficace ed efficiente sul posto di lavoro la sicurezza, salute e l’ambiente? In quell’occasione in cui con l’Inail abbiamo identificato un insieme di metodologie e strumenti applicativi, il Presidente della Repubblica ci ha dato, con nostro grande piacere ovviamente e apprezzamento, una medaglia di riconoscimento dell’attività professionale che noi facciamo”.

A sua avviso in Italia la sicurezza negli ambienti di lavoro a che punto è, siamo a un buon punto o c’è ancora molto lavoro da fare?

“Incominciamo a distinguere sui risultati. I risultati che abbiamo ottenuto in Italia sono, per il numero di infortuni, malattie e infortuni mortali,sotto la media europea, quindi la situazione italiana attuale non è peggiore degli altri paesi evoluti, anzi è anche leggermente migliore. C’è moltissimo lavoro da fare, in particolare non solo far la prevenzione sugli infortuni che ha 1200 morti, ma bisogna fare una prevenzione sui trasporti che ha 8000 morti all’anno e bisogna fare una prevenzione sugli ambienti domestici che ha 4500 morti all’anno”.

Beh numeri notevoli…

“Certo e poi quanto costa la mancata prevenzione a livello italiano? Lei ne ha un’idea?”

Lei lo sa? Ha qualche dato?

“Allora costa 45 miliardi di euro all’anno pari al 3,2% del Pin. La Regione Lombardia che, seguendo una legge europea ha ridotto negli ultimi 3 anni del 5% gli infortuni, ha investito 61 milioni e ha avuto un ritorno di minor costi di un miliardo e mezzo di euro, quindi la prevenzione non solo non è un lusso ma è uno strumento essenziale per la produttività delle imprese. Posso dire un’affermazione:a livello mondiale le nazioni che hanno un miglior indice infortunistico hanno il miglior livello di produttività. Quindi assolutamente sicurezza, salute e ambiente è un fattore di produttività se gestito intelligentemente per le micro, piccole, medie e grandi imprese”.

Lei si occupa di salute e sicurezza anche a livello europeo perché è presidente di…

“Unspoken European Network Observity And Health Professional Organization che racchiude 18 associazioni europee equivalenti all’Aias di 18 paesi europei e adesso abbiamo ottenuto di fare la certificazione europea volontaria dell’European Safety and Health Managment(?) e dei tecnici di sicurezza armonizzati a livello europeo”.

Quindi l’Italia in questo senso, ha una rappresentanza importante a livello europeo.

“Importantissima perché poi nessuno sa che a livello italiano nel 1700 il professor Ramazzini di Padova ha scritto il primo libro che collegava il lavoro e le malattie professionali. Nel 1902 a Milano è nata la prima Clinica del Lavoro mondiale da cui è nata la medicina delle malattie del lavoro a livello mondiale. Quindi l’Aias non è né seconda né ultima a livello internazionale ma ha una tradizione e un’esperienza eccezionali. L’unica cosa è che, parlando poco inglese, noi assorbiamo tutto e mettiamo poco, ma quando andiamo a livello internazionale riusciamo a dare un contributo molto attivo e molto produttivo sia a livello europeo che internazionale”.

Dunque, visto che l’Aias si occupa di tematiche ad ampio raggio, vogliamo dare a chi ci ascolta il sito web per approfondimenti?

“Allora noi abbiamo un sito web che è www.networkaias.it, da lì un portale con 36 siti integrati”.

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