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Ancora lunga la strada per una totale bonifica dell’amianto: l’impegno di Asl e Fiamme Gialle

ROMA – Da discariche abusive a vecchi complessi industriali in abbandono, a materiali da costruzione ancora in uso nelle comuni abitazioni:  l’amianto è ancora intorno a noi. Come dobbiamo comportarci e difenderci?
La lotta all’amianto è ancora ben lontana dall’essere vinta. La legge che ne ha vietato l’uso risale al 1992, ma da allora le operazioni di bonifica  e messa in sicurezza non sono ancora terminate.

Non è raro leggere in cronaca di ritrovamenti di interi complessi industriali in disuso costruiti in amianto, come è successo nel riminese nello scorso novembre quando la Guardia di Finanza ha rilevato la presenza di quindicimila metri quadri di copertura in eternit, un estensione che sviluppa circa 30 tonnellate di materiale, che disgregandosi avrebbero potuto immettere nell’aria una grossa quantità di fibra tossica. Stessa situazione è stata scoperta nel tarantino dove sono stati individuati sempre dalle Fiamme Gialle tre capannoni in disuso e in totale abbandono dove le coperture di amianto erano in avanzato stato di disgregazione.

Il pericolo di esposizione al rischio amianto non è però limitato alla persistenza sul territorio nazionale di siti non bonificati. Contro queste situazioni di evidente illegalità e  criminosità si moltiplicano gli sforzi ispettivi di Guardia di Finanza e Asl, ma l’amianto è più vicino a noi di quanto possiamo credere: spesso non ne abbiamo consapevolezza e non sappiamo come operare per non incorrere pericolose esposizioni alla fibra tossica.
Tutti ormai sanno che l’amianto è una sostanza pericolosa, ma forse non tutti sanno che l’amianto è ancora presente in molte delle nostre case. L’uso di tale materiale è vietato da più di venti anni, ma si può ancora trovare sotto forma di rivestimenti per facciate, pannelli, pavimenti, contro pavimenti e a volte fioriere.
L’amianto in realtà potrebbe essere presente in qualsiasi edificio adibito sia ad uso abitativo che di lavoro, costruito fino agli anni ’90. Ma è importante dire che la sola presenza di amianto non vuol dire necessariamente pericolo. Il rischio scatta quando, per qualche motivo, si va ad intaccare il materiale e si causa la dispersione di fibre d’amianto nell’aria. Sono queste che, se inalate, possono causare il mesotelioma, tumore maligno a carico della pleura o il carcinoma polmonare.

Il rischio di esposizione ad amianto va quindi valutato nel corso di lavori di ristrutturazioni di edifici anteriori agli anni ’90 perché è nel corso di queste operazioni che possono accadere nuove forme di esposizione. Ad esempio lavori di rimozione dei pannelli fonoassorbenti, che contengono amianto, devono essere affidati a  ditte specializzate, che operano in totale sicurezza per l’ambiente e per i lavoratori.
Per sensibilizzare ai rischi di nuove esposizioni all’amianto la Suva, che è il più importante assicuratore per gli infortuni sul lavoro della Svizzera, ha voluto promuovere un interessante progetto che prevede l’allestimento di Casamianto una struttura che simula una stanza di 16 mq dove vengono mostrati quali sono i casi in cui l’amianto può essere un pericolo in una abitazione. Casamianto sarà esposta e visitata dal pubblico nelle più importanti fiere del settore delle costruzioni.

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