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Risarcimenti processo Pirelli e perizia epidemiologica Ilva

MILANO – Risarcimenti ai familiari delle vittime. Nel corso dell’ultima udienza del processo Pirelli riguardante i casi di morte per amianto di venti operai impiegati tra gli anni ’70 e ’90 negli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti, l’azienda milanese ha annunciato di aver avviato trattative per il risarcimento dei familiari dei lavoratori deceduti e dei familiari di altri quattro lavoratori ammalati.

Il processo sta indagando undici ex dirigenti dell’azienda per omicidio colposo e lesioni colpose con l’aggravante della violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. L’intenzione di procedere con le trattative di risarcimento è stata comunicata dai legali Pirelli al giudice Guido Piffer e agli inquirenti con a capo il pm Maurizio Ascione. Sei trattative sono in questo momento concluse positivamente, una è fallita e altre sei sono tutt’ora in corso. Non è nota in questo momento l’entità del risarcimento.

Pirelli ha comunicato “il profondo dolore per quanto accaduto”, comunicando inoltre “di essere sempre stata vicina ai propri ex dipendenti colpiti da malattie e alle loro famiglie” e di non aver “mai utilizzato amianto quale componente nella produzione degli pneumatici e che all’epoca l’uso dell’amianto negli edifici era pratica comune nelle tecniche di costruzione”.

Continuano a Taranto le indagini sugli stabilimenti Ilva, nel processo che mira a verificare gli effetti sulla popolazione e sui lavoratori delle emissioni degli impianti pugliesi. Disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione con dolo di misure riguardanti la sicurezza sul lavoro, inquinamento atmosferico, danneggiamento di beni pubblici, getto di sostanze pericolose. Questi i reati constestati all’azienda e ai suoi dirigenti. Giovedì primo marzo verranno depositati al gip Patrizia Todisco i risultati dell’indagine epidemiologica condotta dai tre esperti Annibale Biggeri, Maria Triassi e  Francesco Forastiere. L’udienza sull’incidente probatorio richiesto dal procuratore capo Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero sarà aperta il prossimo 30 marzo.

Lo scorso 17 febbraio intanto è stata depositata al gip Todisco la maxi perizia chimica.  Cinquecento pagine, risultato di un anno di indagini condotte da Mauro Sanna, Rino Felici, Roberto Monguzzi e Nazareno Santilli. La perizia è stata contestata dai legali Ilva. L’avvocato  Francesco Perli: “i periti hanno fatto riferimento ai parametri di una direttiva europea che entrerà in vigore entro il 2018. A noi preme dimostrare che l’Ilva opera nel rispetto delle normative vigenti”.

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