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Inail, la ricerca e le attività di bonifica del gruppo amianto

ROMA – Pubblicato nel portale Inail un report delle attività svolte dal gruppo amianto e aree ex-estrattive minerarie, gruppo costituito all’interno del dipartimento Dipia con la finalità di svolgere compiti di ricerca, consulenza, proposta normativa e controllo ai fini della tutela della salute, della sicurezza e della compatibilità ambientale in relazione alla presenza sul territorio di manufatti in amianto.

Sopralluoghi e ricerca sul campo, rilascio di pareri tecnico scientifici su richiesta di amministrazioni pubbliche e da soggetti privati e redazione di linee guida le principali attività svolte da gruppo per contribuire fattivamente alla lotta all’amianto e alla bonifica in sicurezza di tutti i siti contaminati.

Tra questi l’area di Casale Monferrato ex sede del più grande stabilimento Eternit, che rientra tra i Sin, Siti da bonificare di Interesse Nazionale, istituiti con la legge 426/88.

Il sito di Casale Monferrato comprende 48 comuni per una superficie totale di 739 km quadrati. 47 milioni di euro, le risorse finanziarie messe in campo dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Piemonte per le attività di bonifica, bonifica alla quale il gruppo amianto ha contribuito sostanzialmente, soprattutto nell’individuare con ripetuti sopralluoghi tutte le realtà più a rischio, definirne le peculiarità e progettare interventi di bonifica anche laddove non sarebbero state obbligatorie a norma di legge ma assolutamente necessarie per la tutela del ambiente.

La bonifica nelle aree dell’ex stabilimento Eternit ha interessato finora la rimozione di 1.500 metri cubi di cumuli di amianto e 54mila metri quadri di superfici in cemento-amianto; smaltiti 15mila metri cubi di lastre in vasche sotterranee del fabbricato;
demolite 160mila metri quadrati di superfici.

Da segnalare inoltre, l’opera di bonifica operata sulla sponda del Po dove il canale di scarico delle acqua dello stabilimento aveva creato una spiaggia di 12mila metri cubi di amianto friabile.

Altra criticità nella bonifica affrontata dal gruppo amianto ha riguardato e riguarda il polverino, una polvere di scarto dell’amianto che i dipendenti della fabbrica avevano il permesso di portare a casa e utilizzare come coibentante. Comune l’uso nei sottotetti e nelle pavimentazioni. La rimozione di questa polvere, che contiene una quantità di amianto pari al 10-15% è stata effettuata con tecnica messa a punto dal gruppo amianto insieme ad Arpa e Asl, e autorizzata dal Ministero dell’Ambiente.

Un ultimo l’impegno del gruppo per rendere la cittadinanza consapevole dei rischi e preparata ad adottare le adeguate misure di protezione. L’esposizione ad amianto  nel SIN di Casale Monferrato non è avvenuta solo all’interno dello stabilimento e in occasione di lavoro. Sono molteplici le circostanze in cui cittadini, lavoratori e loro famiglie sono venuti a contatto con la fibra killer.

Per anni sono state a rischio le operazioni di trasporto che avvenivano dalla stazione allo stabilimento o dei prodotti finiti dallo stabilimento ai magazzini generali ubicati dalla parte opposta della città, trasporti che venivano effettuati su mezzi non telonati: durante lo spostamento la fibra poteva disperdersi liberamente nell’aria. Scorie di produzione hanno contaminato l’ambiente, soprattutto il fiume e erano molti depositi di materiale o le discariche per i materiali di scarto a cielo aperto: i cittadini potevano entrare in contatto con la fibra anche solo coltivando gli orti o frequentando il centro sportivo vicini alla sponda del fiume.

Per approfondire: attività e ricerca Inail siti amianto.

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