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“Attività prevenzione tabagismo”, rapporto ministeriale 2011

ROMA –  Pubblicato dal Dipartimento della salute pubblica e dell’innovazione del ministero della Salute il “Rapporto 2011 sulle attività di prevenzione del tabagismo”.  Pubblicazione che rientra nelle aree di azione del programma “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari”, promosso dal ministero e approvato con DPCM 4 maggio 2007.

Come dichiara l’OMS il tabacco rappresenta “la più grande minaccia per la salute nella regione ruropea”, i dati lo confermano: il tabacco provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.

Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco in Italia dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi colpisce persone tra i 35 ed i 65 anni di età. Il tabacco è una causa nota o probabile di almeno 25 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche ostruttive e altre patologie polmonari croniche, cancro del polmone e altre forme di tumore, cardiopatie e vasculopatie.

Le morti e le malattie fumo-correlate però sono interamente prevedibili e prevenibili. Sappiamo esattamente cosa provoca l’uso di tabacco, come e quanto uccide, cosa danneggia e come fare per evitare tutto questo. È quindi compito prioritario del Servizio sanitario nazionale fare tutto il possibile per prevenire l’assuefazione a tabacco della cittadinanza e l’insorgenza delle malattie ad esso correlate.

Quali sono le strategie attuate fino a questo momento? Si sono sviluppate in tre direzioni:

  • “Proteggere la salute dei non fumatori, attraverso il sostegno e il monitoraggio della legge Sirchia che ha esteso la tutela a tutta la popolazione e rivoluzionato l’atteggiamento culturale nei confronti del fumo che da regola è diventata una eccezione;
  • ridurre la prevalenza dei nuovi fumatori, attraverso programmi di prevenzione nelle scuole di vario ordine e grado e campagne multimediali
  • sostenere la cessazione degli attuali fumatori, attraverso tutta una serie di interventi che riguardano la formazione dei professionisti sanitari e non, i programmi di comunità, i Centri anti fumo e le aziende libere dal fumo, la regolazione degli ingredienti, i pacchetti, i prezzi e la fiscalità dei prodotti del tabacco.”

La Legge 3/2003 (art. 51: “Tutela della salute dei non fumatori”), varata nel gennaio 2005, ha rappresentato un esempio a livello europeo nella protezione dal fumo passivo e per la regolamentazione del fumo nei luoghi pubblici, compresi i luoghi di lavoro.
Il monitoraggio su tali priorità si è articolato su cinque livelli:

  • Vendita dei prodotti di tabacco, connotata in questi anni da una diminuzione delle vendite delle sigarette a favore del tabacco trinciato;
  • effetti sulla salute, per cui dati scientifici e ricerche confermano costantemente l’efficacia del divieto di fumare sulla riduzione delle patologie coronariche;
  • controllo del rispetto della legge, regolarmente effettuato dai NAS;
  • tentativi di smettere e terapia del tabagismo, condotti anche con il supporto del centri antifumo del SSN e dalla LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i tumori;
  • altre attività di prevenzione e comunicazione.

Anche se nell’arco degli ultimi venti anni il numero di fumatori è calato, negli anni recenti il fenomeno si è stabilizzato. È necessario pertanto moltiplicare gli sforzi e le attività di prevenzione che, a vari livelli, dissuadano i cittadini dal contrarre l’abitudine  a fumare e sostengano chiunque desideri smettere.

I programmi di prevenzione devono e dovranno annoverare campagne di comunicazione, corsi di formazione, counseling anti-tabagico. Di primaria importanza i progetti rivolti alle scuole e ai giovani, progetti gestiti a livello regionale e inseriti nel programma complessivo di “Guadagnare la salute”.

Di particolare efficacia i progetti che si svolgono sui luoghi di lavoro, quali il progetto “Ministero libero dal fumo” che ha interessato in azioni per promuovere il rispetto delle norme sul divieto di fumo, ma anche azioni a sostegno di quanti volessero smettere di fumare per i quali il progetto si attua attraverso l’offerta attiva di programmi di disassuefazione gratuiti, organizzati presso la sede di servizio e durante l’orario di lavoro.

Il Rapporto 2011 sulle attività di prevenzione si conclude in ultimo con una carrellata sulle attività internazionali e sull’impegno italiano nei confronti dell’OMS, Organizzazione mondiale della sanità con cui il nostro Stato collabora nel definire e attuare strategie di prevenzione del tabagismo. Strategie come la “FCTC Framework convention on tobacco control”.

Per approfondire: Attività per la prevenzione del tabagismo (PDF).

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