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Fiom CGIL, cosa è emerso all’Assemblea nazionale RLS

ANCONA –  Si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del lavoro, l’Assemblea Nazionale dei Responsabili delle Lavoratrici e dei Lavoratori iscritti al sindacato Fiom-CGIL riunitisi ad Ancona lo scorso venerdì.

Tra i vari interventi sono stati particolarmente incisivi quelli di Maurizio Marcelli, Responsabile dell’Ufficio Salute e Sicurezza del sindacato dei metalmeccanici , quello di Beniamino Deidda, Procuratore presso la Corte d’Appello di Firenze e quello di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom.

Gli interventi hanno presentato una realtà preoccupante.

Marcelli ha aperto l’assemblea con una relazione introduttiva in cui ha denunciato un generale abbassamento della qualità delle condizioni di lavoro e l’impegno della Fiom per avviare un periodo di lotta per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Il sindacato contesta gli annunci positivi diramati dal ministero e dal’Inail, sottolineando che “se andiamo a leggere con attenzione i dati, questi ci indicano che gli infortuni, negli ultimi anni, tendono leggermente a diminuire, mentre sono purtroppo in aumento quelli mortali, soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’industria. Secondo l’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro, nel 2010 i morti documentati sono 1.080, con un aumento consistente pari a un + 6,8% rispetto al 2009.”

Per le malattie professionali poi si registra un aumento record di denunce. Questo è parzialmente dovuto anche all’innalzamento della consapevolezza dei loro diritti da parte dei lavoratori e dalla adozione di  nuove procedure per la denuncia che hanno permesso l’emersione di quanto ad oggi è stato sottodenunciato. Ma il dato parla anche di un innalzamento della possibilità di ammalarsi sul luogo di lavoro e all’aumento e trasformazioni delle patologie lavoro correlate. A conseguenza di ciò la Fiom intende lanciare una campagna di azioni per la prevenzione delle patologie da lavoro con particolare riguardo alle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, che sono in grandissimo aumento.

La campagna dovrebbe prevedere tre punti:

  • la richiesta di dati statistici sulle malattie più diffuse;
  • la richiesta di dati sull’adeguatezza delle mansioni assegnate a lavoratori con Ridotte Capacità Lavorative
  • la richiesta di documenti di valutazione dei rischi muscolo scheletrici.

Riguardo questo ultimo punto, Marcelli rileva che c’è una diffusa ritrosia da parte delle aziende a fornire agli RLS dei DVR che non siano generici.

E’ invece fondamentale per un RLS avere accesso a documenti dettagliati che lo possano mettere in grado di confrontare quanto valutato e stabilito nel documento con le reali condizioni di lavoro.

Il sindacato lamenta poi una generale depotenziamento e snaturamento delle strutture di prevenzione e vigilanza, a danno quindi della tutela del lavoratore, cui vengono indirizzate campagne di comunicazione che danno a lui l’onere di pretendere sicurezza.

Parole forti sono poi state pronunciate sull’applicazione del T.U. 81/2008.

Il Testo Unico per la sicurezza è una legge innovativa a tutela dei lavoratori ma non è stata accolta e recepita bene dalla Confindustria e dalle associazioni datoriali, questo afferma Marcelli : “Il Testo Unico non era piaciuto e non piace nè alla Confindustria, nè alle altre associazioni datoriali. Di conseguenza, oggi assistiamo a una tendenza che viene assecondata, se non suggerita, a far applicare le norme, da parte delle grandi aziende, secondo adempimenti puramente burocratici e formalistici, e dunque inutili, nonché l’assoluto rigetto e/o la disapplicazione – contando sull’impunità – delle norme, soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese.”

Come arginare, come contrastare questa tendenza alla perdita di condizioni di tutela per lavoratori lavoratrici?

La figura del RLS assume una grande importanza e ha bisogno di essere potenziata “aumentando il monte ore dei permessi retribuiti dalle 70 ore di oggi ad almeno 100 ore, secondo le caratteristiche delle imprese; rendendo sempre esigibile la formazione obbligatoria delle 32 ore e delle 8 ore, facendole svolgere nelle aziende stesse con il coinvolgimento del sindacato; realizzando distacchi a tempo pieno nelle grandi aziende o nella aziende con attività produttive complesse o altamente a rischio e sale della sicurezza per gli Rls, con accessi informatici e la possibilità di relazione con i lavoratori; costituzione degli Rls di sito in tutti i siti laddove c’è la presenza di più di 500 lavoratori; costituzione degli Rls di filiera quando questa ha caratteristiche omogenee e ben definite.”

Anche Beniamino Deidda, procuratore presso la Corte di Appello di Firenze, ha tracciato un quadro preoccupante per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e denunciando una scarsa applicazione del Decreto Legislativo 81/2008 e una sua massiccia trasgressione. “Questa situazione gravissima non è affrontata a sufficienza da parte della magistratura italiana nel suo insieme che in relazione alle denunce dovrebbe impegnarsi molto di più per comprendere le cause del fenomeno e individuarne i responsabili”

In chiusura l’intervento del segretario generale Landini ha fatto riferimento alle nuove tipologie di contratto quali concause del generale degrado delle condizioni di lavoro. E’ necessaria una decisa svolto nella cultura del lavoro e nella cultura aziendale affinche oltre ad investire nella qualità del prodotto si inizi seriamente ad investire nella qualità e nella sicurezza del lavoro.

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