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Stress lavoro correlato: cresce l’attenzione dei grandi media

ROMA – Nel 2008 se ne parlava poco. Era stato varato da pochi mesi il nuovo Testo Unico 81 che dettava nuove regole per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Tra le novità vi era proprio l’obbligo di valutare lo stress lavorativo all’interno delle aziende (artico 28), a partire da 31 agosto 2010. Quindi per due anni il tema non è stato al centro dell’agenda formativa. Poi è arrivato il rinvio della scandenza da parte del Ministero del Lavoro: da agosto a dicembre 2010. A quel punto le aziende, dal 1 gennaio 2011, hanno iniziato a preoccuparsi per la valutazione di questo nuovo rischio professionale, cercando di capire quale metodologia seguire per redarre il DVR Stress (Documento Valutazione Rischio), previsto dal Testo Unico. L’Associazione Nazionale Formatori della Sicurezza sul Lavoro (Anfos) è stata in prima linea fin dal 2008, con varie iniziative, eventi, un convegno, un videocorso di prevenzione del tecnostress. E certamentegli altri operatori del settore sicurezza si sono interessati al problema, ricercando una metodologia unica che – in sostanza – si è modellata sull’esperienza dell’ex Ispesl e del suo staff di psicologi. Poi a novembre 2010 sono arrivate le Linee Guida del Ministero del Lavoro, che hanno fornito elementi di indirizzo e soprattutto hanno messo in risalto che le aziende – dal 1 gennaio 2001 – devono dimostrare di aver iniziato il percorso di valutazione del rischo stress, indicando la data di completamento. Quindi c’è ancora tempo fino a giugno 2011.

Ed è proprrio negli ultimi mesi che i grandi media nazionali si sono interessati al problema. Se ne discute in Rai dopo lo svenimento per stress accaduto a Antonella Clerici, all’interno degli studi televisivi e in diretta. Le grandi agenzie d’informazione – cone Ansa e Adn Kronos – hanno dedicato alcuni articoli. Poi il tema è arrivato negli studi del Tg 5, dopo la pubblicazione di un Speciale Stress curato dalla redazione di Quotidiano Sicurezza (ripreso dal molti organi d’informazione). Anche il Corriere della Sera si è occupato dello stress lavorativo nel mese di febbraio, insieme a Radio Capital. Ieri invece il quotidiano La Repubblica ha dedicato uan pagina intera (con richiami nella prima pagina) al tema dello stress lavorativo. L’articolo, firmato da Vera Schiavazzi, ha messo in risalto che le aziende da gennaio devono attrezzarsi per valutare lo stress lavorativo, magari con “musica e pausa caffè”, oppure ricorrendo all’aiuto di uno psicologo del lavoro. I più stressati, secondo quando riportato dal giornale diretto da Ezio Mauro, sono i professionisti (40%), i tecnici (35%) e i manager (32%). con una perdita economica complessiva di 30 milioni di euro all’anno (fonte: Agenzia europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro).

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