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Convenzione n.189 Lavoro domestico, il punto della situazione dall’ Ilo

GINEVRA – Nel corso dell’ultima riunione del Governing body dell’Ilo, si è svolta a Ginevra, lo scorso 23 ottobre, una discussione per fare il punto sullo stato di adozione delle Convenzione sui lavoratori domestici, Convenzione n. 189.

A livello globale sono attualmente circa 53 milioni i lavoratori domestici e, secondo dati Ilo, il loro numero è in crescita , sia nei Paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo. L’83% sono donne.

In uno studio pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel gennaio 2013, si afferma che solo il 10% dei lavoratori domestici gode degli stessi diritti degli altri lavoratori e che molti di loro sono sfruttati, abusati e costretti a condizioni di lavoro deplorevoli.

Dalla discussione di ottobre è però emerso che la situazione sta iniziando a cambiare. Sono dieci gli Stati che ad oggi hanno ratificato la convenzione. Oltre all’Italia, la Bolivia, la Germania, la Guyana, le Mauritius, il Nicaragua, il Paraguay, le Filippine, il Sud Africa, l’Uruguay e molti altri hanno avviato le procedure per la ratifica.

Dal giugno 2011 numerosi Paesi hanno completato riforme legislative riguardanti i lavoratori domestici tra cui Argentina  Bahrein, Brasile, Spagna, Filippine, Thailandia e Vietnam e l’interesse per il miglioramento della condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori domestici è stato testimoniato da nuove politiche di regolamentazione in Angola, Austria, Belgio, Cile, Cina, Finlandia, India, Indonesia, Giamaica, Marocco, Namibia, Paraguay, Emirati Arabi e Stati Uniti.

Molte organizzazioni, istituzioni e agenzie internazionali si sono unite all’Ilo nelle campagne di comunicazione per focalizzare l’attenzione globale sui lavoratori domestici, tra queste l’Ituc, l’IUF e l’IDWN, un organismo delle Nazioni Unite quale l’UN Women, il Forum globale sulla migrazione e lo sviluppo (GFMD ) e organizzazioni non governative.

“La Convenzione dell’Ilo sui lavoratori domestici e la relativa Raccomandazione – ha dichiarato Manuela Tomei direttore del Programma sulle condizioni di impiego e di lavoro dell’Ilo – “hanno effettivamente iniziato a svolgere il loro ruolo di catalizzatori per il cambiamento”.

Molti delegati presenti alla discussione hanno evidenziato tra le difficoltà maggiori da affrontare il fatto che il lavoro domestico sia tra i settori con la più alta quota di lavoro informale e che i lavoratori domestici siano molto vulnerabili, trattandosi spesso di donne e bambini, che nei casi più estremi sono costretti in condizioni di semi schiavitù e lavoro forzato ed esposti ad abusi sessuali e altre forme di violenza.

Per approfondire: Ilo Governing body.

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