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Sostanze stupefacenti e guida, articolo GIMLE sulla casistica veronese

PAVIA – Segnaliamo oggi un articolo pubblicato sul VOLUME XXXIII – N. 2 Aprile/Giugno 2011  del GIMLE, Giornale Italiano della Medicina del Lavoro e Ergonomia, che affronta il tema della guida sotto uso di alcool o di sostanze stupefacenti. Articolo del quale invitiamo alla lettura, dopo aver intervistato lo scorso 28 giugno il Dott. Massimo Ferrari, segretario scientifico dell’autorevole rivista scientifica.  (Medicina del lavoro, il Dott. Ferrari ci parla del prossimo GIMLE).

L’articolo, intitolato “La valutazione dell’idoneità alla guida in relazione all’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope. Studio epidemiologico della casistica veronese“, riporta i risultati di uno studio condotto dal Dipartimento di Sanità Pubblica & Medicina di Comunità, Università degli Studi di Verona. Uno studio riguardante i “risultati degli accertamenti chimico-tossicologici effettuati, su richiesta della Commissione Medica Provinciale per le patenti di Verona, dal laboratorio di Tossicologia Forense del Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina  di Comunità dell’Università di Verona”.

Studio su dati relativi al periodo 2003-2008 condotto con l’obiettivo di:

  • Analizzare quali fossero le sostanze stupefacenti più rilevate dai test e un loro eventuale trend nel corso del periodo esaminato;
  • definire quali possano essere i principali fattori di rischio della popolazione esaminata per la positività all’accertamento;
  • confrontare approcci diagnostici diversi;
  • identificare il metodo più efficace per la valutazione di idoneità alla guida in rapporto all’uso di droga.

L’uso di sostanze stupefacenti alla guida è un grave problema sociale che ha delle serie ripercussioni anche sul piano professionale. La delicata questione, per quel che riguarda controllo, verifica e attestazione di abilità alla guida in situazione lavorativa, è “normata” dal “Provvedimento 30 ottobre 2007” della Conferenza Unificata Stato-Regioni e Pubbliche Amministrazioni.

Riguardo la necessità di certificare l’assenza di uso di sostanze stupefacenti è previsto dal D.Lgs. 81/08, modificato con il D.Lgs. 106/2009 che “nei casi e alle condizioni previste dall’ordinamento”, sia possibile per il datore di lavoro richiedere al medico competente o ai dipartimenti di prevenzione delle ASL di effettuare visite mediche preventive in fase preassuntiva “finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti”.

Inoltre una recente modifica al Codice della Strada impone a scopo preventivo che per “il primo rilascio della patente di guida di qualunque categoria, ovvero di certificato di abilitazione professionale di tipo KA o KB, il soggetto interessato esibisca apposita certificazione da cui risulti il non abuso di sostanze alcoliche e il non uso di sostanze stupefacenti o psicotrope.”

Ente preposto alla conduzione degli accertamenti sull’assunzione o meno di sostanze è la Commissione Medica Locale per le Patenti, presente in ogni provincia. È questo l’organismo che a Verona quindi invia i soggetti al Laboratorio di Tossicologia Forense della Sezione di Medicina Legale.

I dati analizzati dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità dell’Università degli Studi di Verona hanno pertanto preso in considerazione l’intera casistica inviata dalla Commissione citata al Laboratorio. Questa per la maggiorparte era riferita a:

  • Conducenti di autoveicoli, a cui le forze di polizia avevano contestato il reato di guida in stato di intossicazione acuta da sostanze stupefacenti o psicotrope;
  • conducenti a cui era stata sospesa la patente di guida perché risultati positivi agli accertamenti per uso di sostanze psicoattive o d’abuso a seguito di un incidente stradale;
  • tossicodipendenti, in carico a strutture pubbliche o private per la cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza;
  • individui a cui la patente di guida era stata sospesa a seguito di una segnalazione alla prefettura per uso o detenzione di sostanze stupefacenti.

L’analisi dei dati raccolti dal Laboratorio di Tossicologia Forense della Sezione di Medicina Legale di Verona per quanto riguarda la frequenza e trend degli stupefacenti hanno mostrato che la sostanza più frequentemente rilevata è la cocaina. Spesso i test hanno rilevato compresenza di più sostanze. L’abbinamento più frequente è quello tra cocaina e cannabinoidi. Per quanto riguarda eventuali trend delle sostanze rilevate i dati non hanno mostrato tendenze particolari.

Lo studio ha poi preso in considerazione altre variabili che potessero essere messe in relazione con la possibile positività ai test tossicologici: sesso, età, provenienza.
Tra i fumatori, i consumatori di alcool e di caffè è stata tendenzialmente accertata una più frequente positività ai test ma il numero di casi rilevati non è tale da attribuire al fenomeno significatività statistica.

Altra indagine condotta ha messo in relazione la massa corporea con l’assunzione di specifiche sostanze psicotrope. Questi dati mostrano ad esempio come persone sovrappeso o obese siano più raramente risultate positive all’assunzione di cocaina.

Lo studio ha anche prodotto dati che riguardano la relazione tra assunzione di sostanze psicotrope e stato di tensione arteriosa del soggetto sottoposto ad esame, l’uso pregresso di tali sostanze, e l’eventuale sieropositività dei soggetti esaminati.

In ultimo lo studio si è proposto di mettere a confronto le due tecniche diagnostiche ad oggi usate per la rilevazione di sostanze stupefacenti: l‘analisi delle urine e l’analisi del capello. Il confronto ha confermato la complementarietà delle tecniche e quindi la necessità di effettuarle entrambe per rendere il più attendibile possibile il risultato dei test.

Risultato forse più importante della ricerca è stato la rilevazione del potere deterrente di questa procedura. Dei soggetti sottoposti a esame solo un quarto sono risultati ancora positivi ad un secondo controllo.

L’eventualità di perdere la possibilità di guidare rappresenta quindi un forte deterrente all’uso delle sostanze stupefacenti poiché si configura come una forte limitazione della libertà personale e ma anche e soprattutto della possibilità di svolgere un’attività lavorativa.

Per approfondire ed entrare nel dettaglio dei dati e delle percentuali:
La valutazione dell’idoneità alla guida in relazione all’uso di sostanze
stupefacenti e psicotrope. Studio epidemiologico della casistica veronese
(PDF).

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