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Gestione siti contaminati in Europa, rapporto Commissione europea, sintesi Arpat

FIRENZE – Segnalata dall’Arpat Toscana la relazione Progress in the management of contaminated sites in Europe, redatta dal Joint research centre, centro di ricerca della Commissione Europea, sulla gestione dei siti contaminati in territorio comunitario.
 
Lo studio è stato condotto in seno alla rete europea Eio-net sulla base dei dati inviati da 27 Paesi, aggiornati al febbraio 2012. I dati, restituiti attraverso indicatori standardizzati, hanno permesso di effettuare una stima del livello di contaminazione del suolo, di monitorare i progressi compiuti, individuare i principali fattori contaminanti, sia per il suolo stesso che per le acque, e valutare l’entità del budget da stanziare per completare le bonifiche.

Sono circa 115.000 i siti contaminati rilevati in Europa, di cui il 46% già bonificato, circa 2,5 milioni i siti potenzialmente contaminati e tuttora da identificare.

Inventari di siti contaminati sono istituiti in 28 dei 39 Stati membri della rete Eio-net: 25 Paesi hanno inventari nazionali mentre 4, tra cui l’Italia, li hanno a livello regionale.

Scavo e smaltimento off-site sono le tecniche maggiormente usate per la bonifica e rappresentano circa un terzo delle pratiche di gestione. Fonti più frequenti di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee sono le attività di estrazione mineraria, le industrie metallurgiche e le stazioni di rifornimento; i contaminanti più frequenti sono oli minerali e metalli pesanti.

Per quanto riguarda la spesa pubblica, la gestione dei siti contaminati costa una media di circa 10 euro pro capite all’anno e i costi per le indagini dei siti contaminati oscillano tra i 5.000 e i 50.000 euro. In media il 42% della spesa sostenuta proviene dai bilanci pubblici. 

Per approfondire: la gestione dei siti contaminati in Europa.

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