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Alcol, rischi ed effetti sulla salute fisica e mentale

ROMA – Pubblicato sul volume 2 numero 1 della rivista scientifica “Prevention & Research” lo studio “Alcol ed effetti sulla salute” a cura di un equipe di ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma, Unità di medicina del lavoro e Dipartimento di meurologia e psichiatria.

Nonostante l’uso di alcol sia profondamente radicato nella nostra cultura, le conseguenze che ne derivano non sono abbastanza note. Obiettivo dell’articolo è dimostrare che l’abuso di alcol e l’alcol-dipendenza rappresentano uno dei maggiori fattori di rischio per la salute e sono causa di numerose patologie e decessi.

L’uso di bevande alcoliche è un’abitudine, sia alimentare che culturale, che fa parte della vita quotidiana di quasi tutta la popolazione europea. La larga diffusione del fenomeno rende particolarmente difficile la percezione di rischio che comporta l’assunzione di questa sostanza che, a tutti gli effetti, è da considerarsi quale una droga.

Il famoso detto “Un bicchiere al giorno toglie il medico di torno” è completamente privo di fondamento: l’OMS, Organizzazione mondiale della sanità, definisce l’alcol quale “sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute”.  In nessun caso quindi l’abitudine di assumere alcol può fare bene.

Ogni anno sono direttamente o indirettamente attribuibili al consumo di alcol: il 10 % di tutte le malattie, il 10 % di tutti i tumori, il 63 % delle cirrosi epatiche, il 41 % degli omicidi, il 45 % di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità e delle malattie di lunga durata. I danni causati dall’alcol non si limitano alla sfera della salute del bevitore ma hanno conseguenze sulle sue relazioni familiari e sociali e possono danneggiare la sua famiglia, la sua vita lavorativa e gravare sull’intera collettività.

A livello di danni organici l’OMS ha rilevato che chi assume 20 gr di alcol al giorno, quantità che corrisponde circa a due bicchieri di vino, è esposto ad un aumento del 100% del rischio di contrarre cirrosi epatica, del 20-30% di sviluppare tumori del cavo orale, della faringe e laringe, del 20% di avere un ictus cerebrale. Aumentano inoltre del 10 % le probabilità di contrarre  tumore all’esofago, del 14% al fegato e del 10/20% alla mammella.

Gli effetti psicologici dell’alcol si esplicano in fasi diverse che vanno dall’eccitazione alla depressione all’euforia e determinano la compromissione della capacità di giudizio, la diminuzione della prontezza, dell’attenzione e della precisione e la falsificazione dei processi percettivi.

A livello neurologico l’uso continuato di alcol determina danni al sistema nervoso centrale e periferico ed è causa di allucinazioni, psicosi e demenza.

L’uso continuato e smodato di alcol porta infine il bevitore all’alcolismo e all’alcol-dipendenza. L’alcolismo è una sindrome patologica determinata dall’assunzione acuta o cronica di grandi quantità di alcol caratterizzato da tolleranza (cioè la necessità di aumentare le dosi assunte per ottenere gli stessi effetti), crisi di astinenza e incapacità del bevitore di controllare l’assunzione di alcol, nonostante la consapevolezza del danno che provoca alla sua salute.

L’alcolismo si può generare  per una concomitanza di cause biologiche, psicologiche e socio-ambientali.  La Società italiana di medicina generale e la Società di alcologia italiana hanno rilevato che esiste una predisposizione ereditaria all’alcolismo, che spesso si instaura in conseguenza di disagio psichico di diversa natura e che può essere  favorito dall’ambiente in cui si vive. L’alcolismo quindi è una condizione che si genera a causa della concomitanza di svariati fattori e che determina uno stato di grave disagio su diverse dimensioni. Il paziente alcolista perde il controllo del consumo di alcol, è vittima di desiderio compulsivo che lo porta a dedicare molto tempo e energie alla sua ricerca. Subisce profondi cambiamenti nei comportamenti, nell’umore  e negli stili di vita quali autoisolamento, aggressività, perdita dei rapporti, manifestazioni di sofferenza psichica ed emozionale che possono portare alla disgregazione all’interno del nucleo familiare o all’allontanamento dal luogo di lavoro.

L’OMS, nel ribadire l’alto rischio legato al consumo dell’alcol e il fatto che non esiste una quantità minima per cui l’assunzione di alcol possa essere ritenuta salutare, sta con determinazione cercando di spingere nella direzione di disincentivare l’uso di alcol attraverso programmi di prevenzione e di promozione di stili di vita salutari.

Non basta avere un atteggiamento sanzionatorio, anch’esso necessario, e non basta la semplice informazione sui rischi. Passo fondamentale per un efficace contrasto all’alcolismo è riconoscere a questa sindrome la sua natura multifattoriale e intervenire non soltanto a livello medico ma anche a livello psicologico e sociale curando in particolar modo questo ultimo aspetto.

Solo una rete di persone, composta dal paziente in prima battuta ma supportato da familiari, amici e dal medico di fiducia, può instaurare le condizioni necessarie affinché non si intervenga esclusivamente sulle conseguenze dell’alcolismo ma si vadano a modificare le cause che lo hanno generato.

Per approfondire: Alcol ed effetti sulla salute.

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