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Strategia comunitaria salute e sicurezza lavoro, analisi 2007-2012

BRUXELLES – Approvata dal parlamento europeo la “Relazione sull’analisi interlocutoria della strategia comunitaria 2007-2012 per la salute sicurezza sul luogo di lavoro”, documento di valutazione intermedia che ha l’obiettivo di fare il punto della situazione e ridefinire obiettivi specifici della strategia comunitaria. La relazione è stata redatta da Kerima Delli del comitato per l’Occupazione e gli affari sociali.

Sono tre le motivazioni alla base della relazione:

  • Migliorare l’attuazione della legislazione;
  • includere tutti i lavoratori nelle politiche di prevenzione;
  • affrontare i rischi chimici e biologici.

Al primo punto la necessità di sviluppare il corpus legislativo comunitario per adeguarlo ai nuovi rischi psicosociali, non sufficientemente trattati nella strategia 2007-2012 e non adeguatamente affrontati in tutti gli stati membri. Il documento ribadisce la gravità del problema nel mondo del lavoro e la necessità trovare soluzioni durevoli che sappiano dare risposta alla sofferenza che nasce in ambiente lavorativo a causa di una cattiva organizzazione  del lavoro e da stili di gestione carenti.

Sempre in merito all’attuazione della legislazione la relazione si ribadisce la necessità di far progredire l’armonizzazione normativa in tutti gli stai membri. Si solleva inoltre il problema della verifica dell’attuazione da cui discende la necessità di potenziare il personale e le risorse destinate alle ispezioni sul luogo di lavoro ai fini di prevenzione e di controllo dei rischi.

Evidenzata ancora, l’importanza di far partecipare attivamente i lavoratori ai processi di individuazione e prevenzione dei rischi e di tutelare coloro i quali in caso di infortunio danno l’allarme. Dal 1998 Nel regno Unito queste figure sono protette dal licenziamento e da pressioni sul luogo di lavoro da un apposito Public interest disclosure act.

Secondo macro tema di riflessione su cui verte la relazione intermedia è l’inclusione di tutti  i lavoratori nelle politiche di prevenzione.Sono ancora molti i lavoratori che non sono coperti dalle politiche di prevenzione e che quindi non vedono riconosciuto il loro fondamentale diritto ala salute. La relatrice individua queste categorie di lavoratori a rischio non adeguatamente tutelati: i lavoratori delle PMI, chi lavora in comparti ad alto rischio quali quello dell’edilizia, i disabili e le donne. Riguardo queste ultime spesso le condizioni di lavoro sono particolarmente precarie, svolte in orari atipici e sottopagate.

I lavoratori delle PMI sono a volte poco tutelati perché nelle aziende di piccole dimensioni l’applicazione delle norme di salute e sicurezza appare ancora troppo difficile e onerosa. In questo senso un valido strumento di aiuto sarà la possibilità di utilizzo del software “OiRA, Online interactive risk assessment”, progetto EU-OSHA di valutazione interattiva dei rischi online pensato e dedicato alle piccole e micro imprese (leggi anche “OiRA al congresso di Istanbul”).  Necessario inoltre promuovere campagne di formazione e informazione che coinvolgano prima di tutto i datori di lavoro e  a cascata tutti i lavoratori.

Altro aspetto del mercato del lavoro che porta all’inevitabile esclusione di una grossa fetta di lavoratori dal sistema di tutela è la crescente esternalizzazione dei posti di lavoro e il sempre più diffuso ricorso a contratti di lavoro atipici, temporanei, precari e in subappalto senza citare una larga parte di lavoratori non registrati e irregolari.
Questa situazione mostra tuta la sua gravità se si considera che questa modalità contrattuale è presente in qualsiasi settore lavorativo anche in situazione limite come il settore nucleare dove non tutto il personale impiegato riceve formazione e informazioni adeguate sui rischi e sulle procedure di sicurezza da attuare.

In ultimo la relazione sottolinea l’importanza di affrontare i rischi legati alle sostanze chimiche e biologiche. Nella ricerca non è ancora sufficientemente studiato l’impatto dell’uso di certe sostanze. La negatività di alcune materie quali l’amianto, il silicio e altri  agenti cancerogeni necessita interventi rapidi: necessario individuare quali sostanze innocue possono sostituirsi agli agenti nocivi cancerogeni ancora in uso e sviluppare processi di controllo rigorosi per quelli che non si possono sostituire. Il regolamento REACH ha rappresentato un grosso passo avanti in questa direzione per garantire sempre maggiori tutele per la salute dei lavoratori con particolare riguardo a categorie che necessitano di attenzioni particolari quali le donne in età riproduttiva.

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