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Appalti, la commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni affronta il problema con il ministro delle Infrastrutture

ROMA – La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro ha affrontato, lo scorso 3 novembre, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, il delicato problema della sicurezza del lavoro nel settore degli appalti e dei subappalti.
In particolare i lavori della commissione cercano di trovare una soluzione a quella modalità di aggiudicazione – il massimo ribasso – che per i più è all’origine della maggior parte dei problemi di sicurezza, specie nei casi in cui, come è emerso dai lavori della stessa Commissione, i ribassi raggiungono percentuali dell’ordine del 60 -70 per cento. Su questo aspetto l’Assemblea del Senato, già lo scorso anno, ha approvato una specifica risoluzione che impegnava il Governo a rivedere la normativa. Ma il ministro Matteoli, soffermandosi sul settore edilizio, al vertice degli infortuni mortali, non ha dato molte speranze di revisione.

Per il ministro le norme attualmente vigenti (il decreto legislativo n. 81 del 2008 – Testo unico delle norme in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – ed il decreto legislativo n. 163 del 2006 – cosiddetto Codice dei contratti pubblici ) sono sufficienti nella loro precisione e severità.  Inoltre la normativa italiana è vincolata dalle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici e non può quindi subire modifiche che vengano meno ai principi contenuti in tali direttive.
Direttive peraltro che consentono, oltre all’aggiudicazione col massimo ribasso, anche quella dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Per il Ministro, quindi, la strada è quella di puntare sul versante della prevenzione per creare una vera cultura della sicurezza ed al contrasto e vigilanza contro il lavoro nero.
La “blindatura” delle attuali norme di aggiudicazione degli appalti non ha però trovato d’accordo il senatore De Luca (PD), il quale ha osservato che le attuali norme, pur se teoricamente valide, non riescono a contrastare né la riduzione degli accorgimenti nei cantieri per garantire la sicurezza sul lavoro né le infiltrazioni della malavita. Per il Senatore, ma il Ministro si è dichiarato scettico su questa possibilità, il Governo sulla scorta delle indicazioni parlamentari, dovrebbe chiedere all’Ue una deroga al fine di tenere lontane le organizzazioni criminali, escludendo le aggiudicazioni col massimo ribasso. De Luca peraltro ha chiesto anche un maggior impegno delle organizzazioni imprenditoriali nel tenere sotto controllo la catena dei sub appalti. Ed, infatti, sembra proprio che il succedersi nello stesso cantiere di più imprese sia spesso all’origine degli incidenti. Chi subentra sovente lo fa con una insufficiente conoscenza della situazione dei cantieri, magari neppure consapevole delle criticità in precedenza rilevate, perchè il “passaggio di consegne” tra l’uno e gli altri è affrettato. Problema che si è rivelato grave anche negli appalti di manutenzione di impianti industriali dove spesso le ditte incaricate sono all’oscuro o ne hanno una conoscenza sommaria dei processi produttivi in atto e dei rischi ad esso connessi.

Sull’argomento si è anche soffermato un altro commissario del Pd, il senatore Nerozzi (PD) che, appunto, ha sottolineato necessità di limitare l’eccessiva lunghezza delle catene di appalti e subappalti, che fa crescere il rischio di incidenti sia ai lavoratori che ai titolari delle piccole imprese.

Il senatore De Angelis (FLI), da parte sua ha rilevato che nella materia della sicurezza del lavoro nel settore edilizio, e vi sono ancora troppe sovrapposizioni e duplicazioni di competenze, specie nella fase ispettiva, chiedendo anche l’adozione di un modello standard di verbale per tutti gli organismi di controllo.

La senatrice umbra Spadoni Urbani (PdL), pur condividendo l’impostazione del Ministro, ha chiesto di studiare meccanismi più incisivi per il contrasto delle frequenti violazioni della normativa sulla sicurezza.

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