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Morti sul lavoro, il Veneto peggior record negativo. La Sicilia, detiene il secondo posto.

VENEZIA – La Vega engineering s.r.l. , attiva dal 1990, si occupa di Ingegneria e offre servizi per le aziende, negli ambiti della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, sia in ambito aziendale che nei cantieri edili, della gestione dell’energia, della tutela dell’ambiente, della progettazione edile, degli impianti e della prevenzione incendi.

Recentemente, il suo Osservatorio sulla Sicurezza, ha presentato i dati dei primi due mesi dell’anno relativi alle “morti bianche”. Lo scenario, a dispetto di quanto si creda, è tutt’altro che rassicurante: sono state 9 le vittime rilevate a nordest nei primi due mesi dell’anno dall’Osservatorio di Mestre; 83 quelle registrate nel Paese contro le 69 verificatesi nello stesso periodo del 2010.

La graduatoria, con cinque vittime, vede svettare il Veneto, seguito dala Trentino Alto Adige (3 decessi) e dal Friuli Venezia Giulia (1).

Belluno, Padova, Rovigo Gorizia e Trento registrano un decesso. Nella graduatoria nazionale elaborata dagli esperti dell’Osservatorio Vega engineering il Veneto occupa il quinto posto, mentre il Trentino Alto Adige il settimo.

Il settore dell’agricoltura è il teatro della gran parte delle morti. Per la precisione si conta il 55,6 per cento delle vittime, contro una media nazionale che arriva al 36,1 per cento.

In questo panorama, la Sicilia, detiene il secondo posto. I morti sul lavoro, nello stesso periodo di rilevazione del Veneto, sono stati dieci, dato che mette la regione vicina al primato di Lombardia ed Emilia Romagna, che hanno contato dodici vittime ciascuna nello stesso periodo.

Il primato in negativo per province spetta a Catania, con quattro casi. Un decesso è avvenuto poi a Enna, così come uno a Palermo, e un altro a Siracusa, mentre non ce ne sono stati nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Trapani. L’analisi rispetto al numero di occupati vede la Sicilia un’altra volta vicina alla cima della classifica negativa. Si trova infatti al terzo posto, con un indice d’incidenza pari a 6,8. Gli occupati risultano infatti 1.464.458.

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