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Sovraccarico biomeccanico arti superiori, i danni nel settore industria-servizi

Una nuova monografia, la seconda, dell’Inail intitolata Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura, fa seguito a quella realizzata nel 2012 (cento schede) alla cui redazione avevano collaborato la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp.) delle Direzioni regionali delle Marche, della Liguria e della Toscana.

Nel lavoro pubblicato di recente (60 schede, relative sempre a lavorazioni peculiari della piccola e piccolissima impresa) hanno offerto la propria consulenza professionisti delle Direzioni regionali del Friuli Venezia Giulia e dell’Umbria.

L’iniziativa editoriale dell’Inail è rivolta soprattutto a “coloro che in ambito aziendale sono responsabili o comunque coinvolti nei processi di analisi e gestione dei rischi ed in particolare di quello da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, ma anche ai consulenti e professionisti della sicurezza a cui interessa un approfondimento della tematica”. Le schede rappresentano inoltre uno strumento consultabile per la redazione della valutazione dei rischi secondo le procedure standardizzate*.

Per rendersi conto dell’impatto sul mondo del lavoro che i rischi da sovraccarico comportano con danni al sistema osteo-articolare, è utile la lettura delle statistiche presentate nell’opuscolo con la rappresentazione delle malattie professionali (Mp) manifestatesi nel 2012, denunciate e riconosciute dall’Inail per i principali settori di attività economica.

Nel settore Industria e servizi le Costruzioni hanno registrato 2702 Mp riconosciute, pari al 29% rispetto al totale del settore di attività. Le figure professionali interessate sono state il muratore, 49%, il pittore edile -imbianchino, 5%, il manovale, 5%, il carpentiere, 5%.

Segue l’attività economica del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli (1703 Mp denunciate e riconosciute, il 18% del settore; le figure professionali: il commesso di negozio, 24%, il confezionatore, 9%, il magazziniere 8%).

Con una percentuale del 7% (663 Mp) segue la sanità e assistenza sociale: le figure professionali danneggiate, l’infermiere professionale 37%, l’ausiliario-portantino, 21%, l’assistente-accompagnatore per disabili, 18%, l’inserviente- addetto alle pulizie, 4%.

Questi settori sono caratterizzati da cicli di lavoro “scarsamente standardizzabili ed anzi significativamente eterogenei nelle modalità e tempistiche di attuazione”. I settori prettamente industriali quali quello delle Industrie alimentari, Fabbricazione articoli in pelle, Industrie tessili e dell’abbigliamento, Metallurgia, fabbricazione prodotti in metallo e Fabbricazione autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, totalizzano complessivamente circa il 16% delle Mp riconosciute.

Il commento alle statistiche. “I dati evidenziano come proprio le attività a carattere non industriale, oltre che quelle del comparto agricolo, dell’artigianato e dei servizi in genere, rappresentino gli ambiti produttivi ove è maggiormente rilevante la problematica del sovraccarico biomeccanico, costituendo quindi il target principale per la messa in campo di azioni, iniziative e progetti finalizzati all’analisi e alla gestione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”.

Decreto interministeriale del 30 novembre 2012.

Info: schede sovraccarico biomeccanico 2014

Continua martedì 2 dicembre 2014: la prevenzione nella coltivazione degli ortaggi

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Imprese di pulizia: rischi ed esempi – Anfos

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