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Valutazione rischio biologico, la metodologia Inail negli ambulatori “Prime cure”

ROMA – Pubblicato da Inail – Contarp il volume Il rischio biologico negli ambulatori “Prime Cure” Inail – Proposta di valutazione attraverso una metodologia integrata.

L’opera è frutto della collaborazione di Contarp con Inail – Consulenza statistico attuariale Csa, Arpa Liguria e con il Laboratorio di Micologia – Dipartimento di scienze della Terra e dell’ambiente dell’Università degli Studi di Pavia.

Si propone di fornire un percorso metodologico standard di valutazione del rischio biologico applicabile agli ambulatori Inail Prime Cure (“Con la Legge n. 67 dell’11 marzo 1988 viene concessa all’Inail parte delle competenze in materia sanitaria, offrendo con il Decreto Ministeriale del 15 marzo 1991 una strumento per l’effettiva realizzazione degli “ambulatori prime cure”, prestazione sanitaria in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Regionale presenti nelle Sedi Inail” Ndr), e allo stesso tempo di intervenire a colmare la carenza di metodologie validate di riferimento. Per offrire uno strumento utile per i datori di lavoro e per i Servizi di prevenzione e protezione che operano sia nelle sedi Inail che in contesti lavorativi analoghi.

La metodologia proposta, sperimentata dal 2011 a oggi negli ambulatori Prime Cure di sei Regioni (Lazio, Liguria, Umbria, Marche, Puglia, Toscana) è uno sviluppo del metodo Bio-ritmo elaborato nel 2010 da Inail – Contarp Liguria e Arpal per le attività dei laboratori chimici e biologici dell’Arpal stessa.

Il metodo si fonda su un processo per fasi:

  • identificazione delle fonti di rischio biologico (pericoli) e delle persone esposte;
  • valutazione del rischio in termini di gravità e probabilità dell’evento dannoso ed individuazione delle priorità di intervento da adottare;
  • identificazione delle misure appropriate per eliminare o controllare il rischio;
  • attuazione delle misure, secondo la scala di priorità;
  • monitoraggio periodico dei risultati ottenuti.

Il modello prevede innanzi tutto la raccolta delle informazioni attraverso una scheda compilata dal valutatore, solitamente il Rspp, in collaborazione con il Medico Competente e/o i lavoratori. Parallelamente all’applicazione del modello, è prevista anche la somministrazione ai lavoratori di un questionario sulla percezione del rischio lavorativo, con particolare riferimento al rischio biologico.

Per quanto riguarda la seconda fase, la valutazione del rischio, viene utilizzato un metodo “a matrice”, ampiamente utilizzato in Igiene Industriale per la valutazione semi quantitativa dei rischi occupazionali.

Sulla base dei risultati ottenuti dall’attività di valutazione delle condizioni igieniche e dell’esposizione ad agenti biologici ( sia attraverso inalazione che contatto diretto), la metodologia permette quindi di provvedere:

  • “all’attuazione di corrette procedure di pulizia ed igiene negli ambienti di lavoro;
  • all’individuazione delle misure di controllo della contaminazione microbica ambientale;
  • alla definizione, adozione e miglioramento delle procedure di lavoro;
  • all’individuazione e utilizzo corretto dei DPI;
  • alla progettazione di una idonea attività formativa dei lavoratori.”

Oltre a una dettagliata esplicazione di principi e metodi del modello adottato il volume è completato da un glossario e da alcune schede tecniche informative, relative ad agenti biologici (virus, batteri, funghi, endotossine batteriche, micotossine) che sono tra i pericoli più frequenti riscontrabili negli ambienti ambulatoriali.

La sperimentazione del modello negli ambulatori Prime Cure Inail ha inoltre permesso la standardizzazione del protocollo operativo di indagine delle misure della contaminazione microbiologica ambientale i cui risultati saranno pubblicati in un successivo volume.

Per approfondire: Il rischio biologico negli ambulatori “Prime Cure” Inail.

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