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Bruxelles, nasce il comitato per il dialogo sociale nel settore portuale

BRUXELLES – Si è svolta a Bruxelles il 19 giugno la prima riunione del comitato per il dialogo sociale nel settore portuale, organismo composto da rappresentanze dell’Organizzazione europea dei porti marittimi, la Federazione europea degli operatori portuali privati (European federation of private port terminal operators), la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti e l’International dockers coordination europe, che rappresenta i lavoratori portuali nei porti europei.

Obiettivo del comitato è affrontare con gli strumenti del dialogo sociale le sfide che il settore portuale dovrà sostenere nel prossimo futuro.

Prevista per i prossimi 15 -20 anni una forte crescita del traffico portuale, il rinnovamento delle flotte con navi di nuova concezione, l’implementazione del trasporto via mare di prodotti energetici quali gas e biomassa e l’introduzione di nuove procedure logistiche sia ai terminali che nell’organizzazione e del collegamenti con l’entroterra.

Ammonta a 1,5 milioni il numero dei lavoratori impiegati nei porti, cui corrisponde una cifra analoga di lavoratori impiegati dall’indotto. Il settore rappresenta pertanto un fondamentale ramo per l’occupazione, lo sviluppo e la crescita di 22 Stati europei che dispongono di uno sbocco al mare e che potranno giovare della possibilità di sviluppo portato dall’aumento di traffico mercantile, delle navi di crociera e dei traghetti di collegamento tra isole e terraferma.

Obiettivo primario del comitato è accompagnare e promuovere questo sviluppo attraverso un’adeguata formazione e qualificazione professionale, la stipula di accordi capaci di attrarre giovani lavoratori, la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro e dell’occupazione femminile.

La creazione di nuovi posti di lavoro implicherà la necessità di adeguare la formazione di questi a nuove procedure informatizzate e altamente tecnologiche che riguardano soprattutto la movimentazione delle merci, procedure che se da un lato facilitano e rendono possibile incrementare il traffico portuale dall’altro potranno rappresentare nuovi rischi per i lavoratori da valutare con attenzione.

La Commissione Europea, consapevole delle potenzialità del settore, già lo scorso 23 maggio 2013 ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta legislativa volta a modernizzare i servizi portuali e ad attrarre investimenti nei porti dell’UE.

“Il quadro giuridico proposto il 23 maggio” – ha commentato Siim Kallas vicepresidente e commissario per i Trasporti della Commissione Europea – “consentirà di semplificare le procedure, agevolare l’accesso ai servizi portuali e attrarre investimenti. Tuttavia occorre assicurare ai lavoratori portuali una formazione adeguata e un ambiente di lavoro adeguato. Il dialogo sociale contribuirà a raggiungere questo obiettivo”.

“Le discussioni che avranno luogo nel comitato per il dialogo sociale”  – ha dichiarato László Andor, commissario europeo per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione – “contribuiranno a migliorare la vita dei lavoratori portuali, ad esempio in termini di salute, sicurezza e condizioni di lavoro. È essenziale che le parti sociali siano coinvolte nelle riforme, specie in un contesto di modernizzazione delle infrastrutture portuali e di tagli della spesa pubblica.”.

Per approfondire: Europe-wide social dialogue between port workers and employers.

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