Richiedi un preventivo gratuito

Discriminazione sessuale sul lavoro, ricerca Arcigay

ROMA – Pubblicata la ricerca “Io sono io lavoro” condotta da Arcigay per valutare il fenomeno della discriminazione per identità e orientamento sessuale nei posti di lavoro. Si tratta della prima ricerca sociologica condotta in Italia riguardo la discriminazione sul luogo di lavoro di persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans).

Come presentato nel sito dedicato, scopo della ricerca “Io sono io lavoro” è “comprendere più in profondità il numero di episodi di omofobia e di discriminazione che avvengono sul posto di lavoro, le cause, le prassi di intervento, gli strumenti esistenti e i servizi maggiormente ricercati e utilizzati.”

La ricerca si compone si è avvalsa di tre diversi interventi:

  • Un questionario on-line rivolto a tutte le persone LGBT;
  • una raccolta di storie di vita di persone LGBT discriminate sul lavoro;
  • una raccolta di opinioni, analisi e suggerimenti sul fenomeno da parte di rappresentanti del mondo del lavoro, delle istituzioni, dell’università e della comunità LGBT, provenienti dalle province di Genova, Catania e Firenze.

Sono 17 le storie di discriminazione raccolte, 52 i testimoni qualificati intervistati e più di duemila i questionari online compilati da persone LGBT che hanno restituito un quadro allarmante sulla loro condizione lavorativa:

  • il 19,1 % dichiara di essere stato discriminato sul luogo di lavoro;
  • il 4,8% dichiara di essere stato licenziato a causa della propria identità sessuale;
  • il 13% degli intervistati ha dichiarato di non essere stato assunto a causa dell’orientamento sessuale;
  • il 48% delle persone LGBT tende a proteggere le informazioni personali sul luogo di lavoro per paura di ritorsioni;
  • a parità di lavoro gli uomini omosessuali guadagnano dal 10% al 32% in meno dei loro colleghi eterosessuali;
  • il 26,6% delle persone LGBT tiene nascosta la propria identità sessuale sul luogo di lavoro;
  • il 39,4% non nasconde la propria identità con colleghi.

L’identità sessuale è quindi un fattore rilevante di discriminazione sul luogo di lavoro dove persone LGBT vedono violato il loro diritto inalienabile ad essere sé stessi, incontrano difficoltà per entrare nel mondo del lavoro, sono sottoposti a vessazioni e percepiscono retribuzioni più basse.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, in occasione della presentazione alla stampa della ricerca ha motivato così il valore della ricerca: “Grazie a questa ricerca la discriminazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans sul lavoro assume una dimensione reale sia attraverso i dati qualitativi che quantitativi. Con la comprensione delle cause e della modalità della discriminazione di gay, lesbiche, bisessuali e trans sul lavoro possiamo finalmente definire delle strategie di prevenzione e contrasto non su situazioni presunte ma sul clima, spesso pesante, che si respira in imprese, aziende o enti pubblici. L’urgenza è quella di convincere le vittime a denunciare: la ricerca è chiarissima su questo. Gay, lesbiche, bisessuali e trans, se vittime di discriminazione, sono impotenti e non hanno punti di riferimento. Lavoreremo su questo”.

Ha commentato il Ministro del Lavoro Sacconi: “La ricerca di Arcigay evidenzia una triste realtà che caratterizza ancora il nostro sistema produttivo di beni come di servizi. È mia intenzione promuovere una iniziativa rivolta a sollecitare più diffusi comportamenti corretti e a contrastare quelli che corretti non sono coinvolgendo le competenze ministeriali, quelle regionali, quelle delle Agenzie per il lavoro private e quelle, infine, ma non ultime, delle parti sociali, per avviare protocolli condivisi”. Per il “diritto di ciascuna persona, di tutte le persone, di accedere e transitare da un posto all’altro senza alcuna discriminazione”.

Per approfondire: Io sono io lavoro.

Ti potrebbe interessare

Contenuti sponsorizzati
    Condividi questo articolo